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Capo Sant’Andrea: lo spettacolo della schiusa delle tartarughe marine

Dal nido al Mediterraneo, l’incredibile viaggio dei piccoli di tartaruga marina parte dalla spiaggia di Capo Sant’Andrea. Un’intima località dell’Isola d’Elba abbracciata da scogliere granitiche levigate dal tempo, celebre per il suo patrimonio naturalistico e tutelata dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Attraverso un emozionante Instant Movie, il Consorzio Capo Sant’Andrea racconta la straordinaria avventura che nell’estate 2022 ha documentato varie fasi della schiusa delle uova, a testimonianza della forza del ciclo vitale della natura.

Nascita tartarughe marine a Capo Sant’Andrea – Isola d’Elba

Animali meravigliosi che hanno catturato l’immaginazione delle persone per secoli, le tartarughe marine Caretta caretta hanno scelto la spiaggia di Capo Sant’Andrea come punto di nidificazione, l’unico dell’Isola d’Elba nell’estate 2022.

Creature maestose e affascinanti che nuotano attraverso gli oceani del mondo, ma la cui vita inizia su una piccola porzione di terra: la spiaggia, appunto. Un viaggio che prende il via con lo straordinario processo di nidificazione e di schiusa delle uova, conducendo all’incredibile avventura che le piccole tartarughe affrontano per raggiungere il largo dalla baia di Capo Sant’Andrea. Un luogo unico nel Mediterraneo, costellato da spiagge caraibiche, scogliere dalle scenografie indimenticabili e ambienti sottomarini caratterizzati da splendidi ecosistemi che attendono di essere esplorati, nel pieno rispetto della natura.

Le tartarughe marine nidificano solo su alcune peculiari spiagge in tutto il pianeta, e quella di Capo Sant’Andrea è una di queste. Durante la stagione di nidificazione, da maggio a settembre, la tartaruga marina giunge sulla spiaggia, nella notte, per deporre le uova. Dopo aver scelto il punto dell’arenile più appropriato, la femmina scava un buco con le zampe posteriori.

Una volta raggiunta la profondità ideale (circa 40 cm), vengono deposte le uova, da 70 a 120 per nido, successivamente coperte con la sabbia. La tartaruga marina fa quindi ritorno in mare, lasciando incubare le uova sotto la sabbia per circa 60 giorni, un periodo di estrema vulnerabilità al termine del quale le uova iniziano a schiudersi. Le tartarughe neonate, a questo punto, rompono il guscio e, trascorsi alcuni giorni, emergono dalla sabbia iniziando la loro avventura per raggiungere il mare. Sarà proprio questo percorso dal nido al mare ad aiutarle, una volta adulte, a ritrovare la spiaggia in cui deporre.

Nel caso di Capo Sant’Andrea – dove saggiamente la pulizia della spiaggia non viene effettuata con mezzi meccanici – è stato proprio il bagnino, alle prime luci dell’alba, a scorgere dei piccoli forellini sulla sabbia dai quali ha fatto capolino una testolina grigia. Successivamente, ha provveduto a transennare preventivamente l’area e ad avvisare le autorità competenti per assicurare alle piccole tartarughe il maggior grado di tutela possibile.

Biologi e team di conservazione delle tartarughe marine dell’Isola d’Elba hanno costantemente monitorato l’area attraverso rigorosi protocolli che includono la creazione di recinzioni protettive. A 7 giorni dal ritrovamento del nido, gli esperti hanno osservato un’alta percentuale di successo riproduttivo, pari all’ 87% di piccoli usciti con successo dalle 79 uova che erano state deposte dalla femmina.

All’uscita dal nido, le tartarughe sono di dimensioni ridotte ma estremamente robuste e, in grado di camminare velocemente fin da subito, a tarda sera o nella notte coprono grandi distanze sulla sabbia, affrontando una sfida straordinaria per raggiungere il bagnasciuga. Moltissime delle piccole Caretta caretta nate a Capo Sant’Andrea hanno quindi percorso, aiutate dal bagliore della luna, autonomamente il tratto di sette metri – potenzialmente pericoloso per la presenza di predatori e ostacoli naturali –  che separava il nido dalla battigia, per prendere il largo ed esplorare, finalmente, i fondali marini.

Come riferito dalla Dott.ssa Cecilia Mancusi, Biologa Marina del Settore Mare ARPAT, la scorsa estate il monitoraggio delle spiagge toscane relativo alla ricerca delle tracce di nidi tartaruga marina è stato molto accurato. Nonostante la grande attenzione posta nella ricerca, il sito della parte settentrionale dell’Isola d’Elba era sfuggito ai rilevamenti, ma questo non ha influito sul buon esito della nidificazione e sulla rilevazione di importanti informazioni sul ciclo riproduttivo di questa specie in Toscana.