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Il bitcoin spiegato a mia zia

vit coin

Finalmente era giunta la primavera ed io, mezzo assonnato, comodamente spaparanzato nella sdraio, mi godevo il panorama dall’ampia vetrata dell’appartamento di mia zia, all’ultimo piano del grande palazzone, quando la sua semplice domanda:

“Ma cosa sarà mai questo bitcoin?”

Mi riscosse dal torpore del riposo pomeridiano.

“Ma perché vorresti saperlo?” Le chiesi sbadigliando.
“Beh, dicono che si diventa ricchi!”

“Ma non è vero… “

In realtà… volevo solo riposare, volevo la mia pennichella, ma alla fine mi arresi.

L’inedito interesse della zia mi aveva stuzzicato sorprendendomi.
Tutto sommato era anche comprensibile: c’è così tanta curiosità in giro su questo argomento che alla fine non potevo non risponderle.

Tirata fuori la mia verve oratoria fu così che iniziai a snocciolare quelle quattro acche che conosco in materia, sicuro che mi sarei divertito ad impressionarla con termini esotici, tanto, in pieno lockdown, avevamo tempo da passare assieme e l’argomento era simpatico.

Virtualità

“Beh zia, il bitcoin è una moneta virtuale della famiglia delle criptovalute”
“criptoché?”
“valuta… criptovaluta significa denaro virtuale che usa la crittografia.”

“Non ho capito nulla”

Ecco, lo sapevo, mi ero dato la zappa sui piedi… e adesso avrei dovuto spiegarle tutti questi concetti.
“Valuta virtuale… sai che significa, puoi intuirlo.”
“Valuta… significa denaro.”
“Sì, e… virtuale?”
“virtuale … è come il cinema, sì, il cinema”
“Che c’entra il cinema? Ma forse hai ragione, non sei molto distante, virtuale ha a che fare con lo specchio, virtuale è ciò che si vede anche senza esistere, come appunto l’immagine riflessa”
“O un fantasma!”
“Beh sì, a dir la verità molte valute virtuali sono state come fantasmi, questo per dire che, soprattutto gli anni scorsi, molta gente si è ritrovata con nulla in mano dopo aver speso una fortuna.”
“Perché sono scomparse?”
“Letteralmente”
“Quindi le criptovalute sono una fregatura!”
“Ma no, zia, ci sono stati alcuni casi di investimenti poco accorti su criptovalute poco affidabili”.
“E tu ti fideresti di soldi fantasma?”
“Sì, più o meno come fidarsi di investire in borsa: anche lì rischi di perdere soldi, talvolta lo si fa perché si spera di essere più furbi o più intelligenti di altri. Ma non è mai così, gli errori si fanno e su queste operazioni con denaro virtuale è facile perdere tanti soldi… tanti…”
“Quindi? Si tratta di speculazione come in borsa … ma…”
“Appunto, stanne fuori!”
“Ma cos’hanno di così speciale i bitcoin? Che significa criptovaluta?”

“Criptovaluta è una forma di denaro ove gli scambi tra possessori vengono assicurati da processi di crittografia sulla blockchain”
“Ah sì, quella appunto… nel giornale parlavano di blockchain. Ma cosa c’entra?”

Lo sapevo che mi sarebbe toccato lo spiegone sulla blockchain.
Osservo fuori della finestra e vedo la ferrovia: in quel momento passava, lentissimo, un lungo treno merci.

Un treno surreale

“Guarda zia, guarda il treno…”
“È un treno merci… lunghissimo”.
“Ecco, la blockchain è come un treno virtuale, con tantissimi vagoni collegati l’uno con l’altro, solo che non si muove”.
“E cosa trasporta?”
“Numeri, informazioni.”
“E serve un treno per trasportare numeri? E poi perché sta fermo?”
“Sta fermo perché tutti possano salirci e vedere il contenuto di tutti i vagoni, è un modo per raccogliere l’informazione che riguarda i pagamenti in bitcoin, ma non solo, classificando ogni operazione in modo sicuro in ogni vagone.
Quando arrivano nuove informazioni i ferrovieri, anzi i minatori, aggiungono un altro vagone in coda all’ultimo.”
“I ferrovieri o i minatori?”

Ecco, cominciavo ad impantanarmi.

“Diciamo i manutentori del treno. Nel caso della Blockchain si chiamano minatori, ma per non far confusione chiamali pure i ferrovieri: in fondo vengono pagati proprio per il loro lavoro di aggiungere vagoni a questo lungo treno.

Ogni volta che qualcuno usa la criptovaluta, questi ferrovieri, che in realtà sono tantissimi, fanno a gara per aggiungere al treno un nuovo vagone virtuale, vagone in cui vengono registrate tutte le operazioni svolte, in modo che tutti possano verificare…”

“Non ho capito: sembra che per ogni pagamento in bitcoin un esercito di ferrovieri faccia a gara per aggiungere un vagone virtuale ad un treno che non si muoverà mai… Ma mi stai prendendo in giro?”

Verso l’infinito

“No, zia, è solo una metafora, ovviamente non c’è nessun treno, ma il meccanismo è all’incirca questo: ogni pagamento in cripto valuta genera un nuovo blocco, un nuovo vagone, che i minatori, oppure i ferrovieri se vuoi, aggiungeranno al super treno immobile che in realtà si chiama blockchain e che si trova… ”
“Appunto, dove si trova?”
“Disseminata in tante copie in tantissimi elaboratori elettronici collegati ad internet in tutto il mondo”.

Vidi lo sguardo perso di mia zia.
“Ma siete matti, con queste tecnologie vi siete fusi il cervello, ti rendi conto di quante scemenze mi hai detto?”

“Lo so, zia, forse è meglio che cambiamo argomento.”
“No, ci dev’essere un senso in tutto questo. Non è possibile che tutti si perdano dietro ad una scemenza del genere.”
“In realtà la cosa è molto più complessa, ma la metafora del treno non è del tutto sbagliata. Quello che conta capire è che con questo treno tutti pagamenti sono tracciabili e verificabili da qualunque persona capace di visitare questo treno. È una tecnica rivoluzionaria perché consente di usare denaro senza dover dipendere da banche o da stati che vigilino.”
“Quindi i criminali saranno felicissimi.”
“In parte, ma il sistema sta migliorando ed i benefici che tutti potranno trarre da questo denaro libero sono immensi. E non parlo di speculazioni.”
“Ad esempio?”
“Beh ad esempio qualsiasi contratto o atto di compravendita saranno possibili senza il bisogno di banca o di notaio. Sana anarchia, vento di libertà!”
“Ma dai?”

“Certo, ma ti spiegherò meglio il tutto un’altra volta”.
“Magari: perché mai un esercito di ferrovieri debba fare a gara per aggiungere un solo vagone ad un treno immobile proprio non l’ho capita, me la dovrai spiegare meglio.”

“Già, hai ragione”.

E mi rigirai nella sdraio, sicuro di poter finalmente assaporare la mia agognata pennichella postprandiale.

HGD

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