Vivo in un posto talmente brutto da essere poetico.
Se non avete mai preso coscienza dell’architettura Brutalista, vi invito a googlarla.
Qua c’è una strada che potrebbe aderire al suo canone.
A volte penso che potrei orinare in mezzo al traffico e creare una performance come la Abramović prima che i carabinieri mi trascinino via.
…Ma facciamo un passo indietro.
Vi ho mai raccontato del mio passatempo preferito?
Mi sa di sì ma, siccome sono vecchia, ripeto spesso le cose senza chiedere scusa.
Dunque, come hobbies c’è chi beve e chi si droga.
Io per lavoro e perché ho pagato la visita dal cardiologo, non faccio nessuna delle cose precedenti.
Il mio passatempo preferito è sedermi fuori e ascoltare.
Vi spiego come nasce questo hobby.
Quando stavo raccogliendo le macerie della mia vita, mi sono imbattuta in questa casetta nelle Waste Lands, abbastanza da rattoppare, ma se hai un euro per tasca e devi sloggiare, non stai a guardare troppo per il sottile.
Fatto il rogito, trasferita nella nuova magione coi lavori in corso (una cosa divertente che non farò mai più, per citare il compianto David Foster Wallace) e trascorsi millemila mesi a restaurare con cani e marito al seguito, finalmente la casa ha preso un aspetto, se non decente, almeno abitabile.
Dunque mi sono dedicata a quello che era uno dei miei hobby preferiti: fare cose.
Bobina di legno, cemento, mosaico ed ecco creato un bel tavolo da giardino, che ho sistemato accanto alla porta d’ingresso!
Ho sempre pensato che una delle cose più belle della campagna fosse godersi un po’ di tempo all’aperto.
… se non che la casa che ho comprato dà su una strada che pare il rettilineo di Maranello, con un limite di 50 km/h che non ho sinceramente mai visto nessuno rispettare.
Dunque dovete immaginare questo tavolino posto davanti a casa mia, che sta in centro tra una strada ad alto traffico e una linea ferroviaria, un po’ come l’antica pubblicità di Ernesto Calindri che si beveva il Cynar in mezzo a uno spartitraffico di Milano.
E lì inizia il mio divertimento, arroccata sul mio tavolino.
AUTO. AUTO. AUTO.
TRATTORE (ciao vecio!)
BICICLETTA (sempre con la paura che mi tirino sotto qualcuno davanti casa e debba pure prestare soccorso…)
MAMMA CON PASSEGGINO (signora, ma il tubo di scappamento ad altezza naso del figliolo le pare cosa giusta?)
SIGNORA SU SEDIA A ROTELLE SPINTA DA ACCOMPAGNATRICE (scusi, ma per liberarsi di sua madre ci sono altri metodi!)
Questo a sinistra.
Dall’altro lato la mitica littorina, un treno che, avrete capito dal nome, deriva da tempi storici ormai assai lontani.
Rigorosamente a gasolio, alla faccia dell’ecosostenibile.
Quindi alla mia destra il rumore è cadenzato dalle traversine macinate da questa caffettiera a nafta.
WROOM
TU TUM
TU TUM
TU TUM
(una sola accelerata perché la nafta costa, poi si va a inerzia)
… e io al centro con birra e sigaretta, in modalità zen.
Il treno non mi disturba, mi ricorda la mia infanzia, quando in Brianza passavano ancora i treni merci e mia mamma mi prendeva per mano ad attraversare i binari tra un treno e l’altro.
Le automobili invece mi infastidiscono, tanto che, quando c’è un raro silenzio, provo la soddisfazione di una persona che ha fatto il bisogno grosso dopo una notte a digerire un quintale di lasagne: AAAH!
“Enjoy the silence”, direbbero i Depeche Mode, ma dura poco ovviamente.
AUTO. AUTO. AUTO.
Se il compianto Schönberg fosse ancora vivo, qui da me potrebbe comporre una delle sue opere per pianoforte e rumori stradali.
Invece c’è solo la qui presente stronza, che si diverte con poco.
… ma la domanda è: come fai a dormire di notte con tutto questo casino?
Semplice, signori: il restauro!
Finestre antisfondamento, a vetrocamera multistrato, e Radio Montecarlo a manetta.
… Radio Tre no, perché di notte, tra musica contemporanea e opere teatrali, ogni tanto si sente qualcuno che strilla e qualcuno che piange e anche questa, ragazzi, è performance!