Come già vi ho raccontato, vivo nelle Waste Lands, un luogo magico della campagna veneta, popolato per la maggior parte da vecchi bianchi caucasici che, se avessero il fucile, si siederebbero nel portico su una sedia a dondolo cullando un calibro abbastanza grande da scoraggiare qualsiasi ladro.
Invece in Italia è proibito, quindi il fucile lo tengono semplicemente nascosto in casa.
Qui di seguito vi faccio una lista delle cose peculiari che ho visto da queste parti, parafrasando le “Note del guanciale” della celeberrima Sei Shōnagon.
Buon divertimento.
1. Per vedere gente vestita elegante devi attendere i portatori di bara al cimitero. O i carabinieri.
2. Le auto vanno tutte a 40 all’ora. Nessuno qua ha fretta. Mai.
3. C’è sempre gente che fa jogging o che porta a spasso il cane, come in un luogo di villeggiatura.
4. La gente si ferma a chiacchierare sempre, anche se sta guidando il trattore e l’altro è in bicicletta. Si fermano e parlano. Ovunque, in qualunque momento.
5. Ci sono un sacco di trattori e macchine agricole sempre in movimento.
6. Il prete va a prendere il caffè coi suoi amici (ciao Don Alberto!).
7. Tutti conoscono tutti ma nessuno sa nulla di nessuno. A meno che tu non chieda. Sottovoce, con discrezione.
8. C’è un signore che ha la Ferrari per farsi le vasche nel paese vicino. E basta. Lui la tira fuori solo per quello. Non so se arrivi a mettere la seconda, ma si diverte così.
9. Le scuole portano gli alunni in passeggiata per il paese. Non è raro vedere questi serpentoni di nani allegri accompagnati da insegnanti mediamente esasperati.
10. Ogni tanto qualche cane scappa dalla proprietà. Ho inseguito di persona cani in Provinciale per metterli in sicurezza. Rischiando di essere stirata, ovviamente.
11. Il kebabbaro è patrimonio Unesco. Tutti lo conoscono e lo frequentano.
12. Ci sono famiglie musulmane e cinesi che parlano il dialetto meglio di me.
13. Il bar è un’istituzione, soprattutto quello della famiglia cinese. È sempre pieno di vecchietti che bestemmiano.
14. La farmacia è un altro luogo di culto, come il medico. Diciamo che la popolazione non è proprio di primo pelo.
15. Se inizi ad allenarli, dopo un blando “buongiorno” inizia la chiacchierata. Anche con un “foresto” come me.
16. Nel minimarket qua accanto è buona regola salutare tutto il personale.
17. La farmacista conosce di persona il mio cane e mi racconta del suo.
18. L’asciugatrice è uno strumento del demonio. Qua i panni si stendono al sole.
19. Le donne bestemmiano quando sono incazzate. Mi sento a casa.
20. Non importa che tu sia nero, bianco, giallo o a pallini. Basta che non rompi i coglioni. E bevi uno spritz.
21. L’eternit è come il cicchetto: mai senza. Adesso che si è sfranto a causa della grandine, è un problema.
22. La tabaccheria è sempre stracolma di gente che si gioca la pensione al Gratta&Vinci.
23. Il sindaco è una figura retorica, nel senso che non l’ho mai visto. Me lo immagino come un monolite di “Neon Genesis Evangelion” con un occhio rosso, dentro al suo ufficio. Magari passa la vita ai Caraibi come Robin Masters. Glielo auguro.
Sto facendo la figura di Alain Elkann coi suoi lanzichenecchi, ma vi assicuro che il mio è amore puro per queste Waste Lands.
Non ho mai trovato un posto più vivibile di questo, con tutte le problematiche che può avere un villaggio di campagna, ma la pace che mi trasmette mi consente di conoscerlo ogni giorno un po’ di più e soprattutto di apprezzarlo.
Nella mia vita ho sempre abitato in luoghi che non mi appartenevano: lavorando a parecchi kilometri di distanza li usavo solo come dormitorio, non sapevo nemmeno chi mi abitasse accanto. Qui per la prima volta vivo la vita di paese, vado al bar, parlo con le persone. Mi sono resa conto che la vita è fatta di piccole cose belle, come la cantina sociale, il che mi dà un’aria da Bukowski nei suoi migliori momenti alcolici ma in realtà la cantina è del 1959 e devo andare in bicicletta a farmi raccontare la sua storia.
Finalmente, pur non avendo nulla, sono riuscita a costruirmi una vita fatta di piccole cose che mi danno soddisfazione.
Come il locale che Pier tiene con così tanta passione, la piazza coi ragazzetti che giocano a pallone, i cani che passano coi padroni al cellulare, il tabaccaio, la pasticceria, la farmacia dove lavora un amico delle superiori.
Mi sento finalmente a casa.