Mamma e nonna con il loro tagliare tutto a dito. Mio padre sul tagliere.
Tagliare a dito è un’arte che mia nonna ha tramandato a mia madre.
Che significa tagliare a dito? Che non si usano taglieri o supporti e quindi le verdure vengono affettate e sminuzzate tutte tra le dita.
Verdura in una mano, coltello nell’altra e ci si appoggia sul pollice per sminuzzare e tagliare qualsiasi cosa.
Ricordo ancora come al mattino del sabato mi svegliavo e vedevo mia madre tagliare prima a fettine, poi a listarelle e infine a cubettini piccoli piccoli le carote che dovevano esser messe nel soffritto del ragù. Una manualità pazzesca. Un’invidia.
Una precisione e una velocità che non sono mai riuscita ad avere. Provavo ad imitare i gesti, a tentare di non tagliarmi, ma con quella precisione e con quella velocità, mai!
Dall’altra parte invece ero rapita da come tagliava bene mio padre le verdure. Sul tagliere.
Così professionale, con i suoi diversi tipi di coltelli, uno per ogni tipo di cosa da tagliare. “Dall’alto” della sua esperienza come cameriere, un po’ di segreti dalla cucina li aveva rubati e fatti suoi.
Come il tagliare le cipolle, prima tagliava a raggio e poi tagliava le fettine, e ne uscivano cubetti perfetti.
Guardarlo tagliare era una magia che mi ha sempre rapita. Altro che i video ASMR su Instagram. Guardare lui che tagliava era il mio rilassante naturale, e infatti tagliuzzare le verdure è una delle cose che più amo fare in cucina.
Una di quelle cose che quando le guardi fare ti rilassano.
E che quando la fai, di conseguenza, ti fa entrare in una dimensione parallela.
Pian piano, prendendo dimestichezza con la cucina, ho iniziato a tagliare di più anche a dito.
Ancora non sono ai livelli di mamma e nonna, con quella velocità e quella precisione che nemmeno un righello può dare, credo ci vogliano decenni ci cene e pranzi familiari per raggiungerlo.
Ho sempre prediletto il tagliere, più veloce, preciso per tagliare cubetti perfetti o listerelle uniformi.
Ma una cosa è bella del tagliare in un modo o nell’altro le verdure.
Il profumo che ti rimane tra le dita.
Tutto quello che tocchi si trasforma in oro e così, forse come premio per il cuoco, il profumo tra le dita degli ingredienti rimane l’unico piacere che può condividere solo lui con la propria cucina.
I commensali potranno assaggiare ogni prelibatezza, prima tagliata e poi cotta, ma solo chi cucina ha il privilegio di quel contatto così intimo tra gli ingredienti e la propria anima, che ad ogni piatto, resta come un regalo.
Quel profumo che solo la cucina sa lasciarti addosso, rimane lì come un ricordo.
E come un ricordo per me il taglio a dito, ha quel profumo lì, di soffritto preparato la domenica per la famiglia.