In questo mondo così superficiale siamo riusciti a rendere difficile la cosa più semplice del mondo: parlare. La parola è un dono che soltanto gli esseri umani possiedono, nessun altro essere al mondo è dotato di parola. È qualcosa di naturale, affiora senza sforzo sulla bocca di tutti, fluisce… Oggi però spesso sfugge, non viene controllata, riesce a fare del male e ci rende vittime.
I problemi comunicativi emergono in ogni ambito: all’interno di una coppia, con i figli e con i genitori, nei luoghi di lavoro finanche con gli amici e spesso ci rovinano l’esistenza.
Tutto questo perché si è persa la capacità di comunicare in modo consapevole e le parole hanno preso il sopravvento. Spesso pronunciate a sproposito, troppo spesso proferite in frequente dissintonia con ciò che si prova e ciò che si è.
Ci si ritrova a parlare per riempire vuoti, per sfuggire ai silenzi, per la paura di passare inosservati, per sentirsi protagonisti… la parola allora diventa solo un cicaleccio di superficie dove non è presente nulla di ciò che si è e si prova veramente.
Perché le parole consapevoli sono quelle sentite, che vengono da dentro, da quello spazio interiore che quando si esprime lo fa in nome e per conto di un’identità profonda.
C’è qualcosa dentro di noi che conosce il significato creativo delle parole, la capacità che hanno di lanciare un seme in noi stessi e in chi ci ascolta.
Proprio così, le parole sono semi.
Ogni volta che si parla si genera un evento, ecco perché in tutte le tradizioni il “verbo” è sacro, e altrettanto lo è il silenzio. La parola è creativa e ha una potenza immensa.
Non si devono mai usare parole sbagliate perché creano malessere dentro e fuori di noi.
Ciò che preferiamo è esattamente ciò che diventiamo.
Maura Luperto