Comunicazione corporea

Secondo la psicologia genetica di Piaget, che si interessa dello sviluppo dell’apprendimento, le strutture mentali semplici presenti nel bambino si trasformano in strutture mentali complesse nell’adulto. Dalle fasi iniziali a quelle finali la trasformazione è progressiva e ha molte fasi intermedie che corrispondono ad altrettanti fasi dello sviluppo motorio.

L’intelligenza del bambino da 0 a 2 anni viene definita sensomotoria cioè fino ai due mesi il bambino compie gesti riflessi innati che richiedono ripetizioni per manifestarsi ma non sono intenzionali e non hanno coordinamento. Il bambino spingendo indietro la testa incrocia le gambe, stimolando il palmo della mano ha una reazione di presa, stimolando i lati della bocca gira la testa per cercare qualcosa, in presenza di stimoli spiacevoli si innesca il vagito. Ancora altri atti riflessi sono la suzione con il movimento delle labbra per mangiare e quello pupillare con il sonno e la veglia. Dai 2 ai 5 mesi invece i riflessi si coordinano nelle reazioni circolari primarie e fanno la comparsa le prime abitudini. Il bambino porta alla bocca il pollice, prova piacere e ripete il movimento.

Dai 5 agli 8 mesi appaiono le reazioni circolari secondarie quindi gli adattamenti diventano intenzionali nel ripetere un movimento per provocare una reazione. Ad esempio, agita il sonaglio per provocare il suono. Il movimento è centrato sul risultato che però dipende dalla sua attività motoria. Dagli 8 ai 12 mesi appare la combinazione di alcuni gesti come per esempio battere, abbassare, sollevare, spingere. Inizia a spostarsi nello spazio per raggiungere gli oggetti, li segue, allontana eventuali ostacoli fra sé e gli oggetti.

Dai 12 ai 18 mesi si assiste alla formazione di nuovi schemi senso motori non casuali ma volontari. Inizia a provare e sperimentare gli oggetti su cui acquista sempre più padronanza. Diventa cosciente degli spostamenti nello spazio. Dai 18 ai 24 mesi il bambino inizia a inventare mezzi nuovi, ad esempio, se non arriva a prendere un oggetto ne usa un altro per raggiungerlo.

Da questo momento fanno la comparsa le prime attività rappresentative e cioè la capacità di evocare mentalmente un oggetto non presente alla vista per metterlo in rapporto con altri percettivamente presenti. In un secondo tempo supera i limiti ristretti imposti dal campo percettivo, ad esempio non riuscendo ad aprire un cassetto bloccato da una sedia la sposta, grazie alla capacità di immaginarne l’effetto, compare quindi la “condotta di aggiornamento“.

Dai due anni in poi si ipotizza che si inneschino le fasi di sviluppo mentale che pian piano rendono possibile la costruzione di immagini che sono indipendenti dall’esperienza percettiva, fino a raggiungere il pensiero operativo formale intorno agli 11/12 anni. È il momento della produzione di ipotesi non ancora verificate dall’esperienza e superando la realtà percepibile accede al campo del pensiero astratto.

Anche lo sviluppo muscolare ha delle fasi determinanti nei primi due anni. A un mese il bambino alza il mento, a due mesi alza il busto se posto a pancia in giù, a tre mesi tende le mani, a quattro mesi sta seduto con l’aiuto di un appoggio, a cinque mesi afferra gli oggetti, a sei mesi sta seduto sul seggiolone, a sette mesi siede senza appoggio, a otto mesi sta in piedi con l’aiuto dell’adulto, gattona e sforza i muscoli dorsali, a nove mesi sviluppa i muscoli delle gambe stando in piedi e appoggiandosi ai supporti. Dai dieci ai quindici mesi conquista il controllo della postura stando in piedi e camminando da solo.

Maura Luperto