C’è chi fa di tutto, la sera, pur di non andare a dormire, chi guarda la televisione fino a tardi.
Chi fa una lunga lista delle cose da fare per il giorno dopo, chi pensa al lavoro, chi alle persone che dovrà incontrare, chi a cosa cucinerà.
Insomma queste persone vanno a letto quando proprio non ne possono più, quando crollano. Questa è la storia di chi ha “l’angoscia di sprofondare nel buio” della notte, di lasciarsi andare al sonno rigeneratore, di chi resiste alla propria passività.
CHI HA PAURA DELLA NOTTE
I rituali sono sempre gli stessi, perché ad esempio c’è chi ha paura di chiudere gli occhi e di “vedersi morire” o c’è chi dice che gli manca una “ninna nanna”, perché è diventato grande troppo in fretta.
Il fatto è che quando siamo svegli ci sembra di essere padroni della situazione, di poter controllare le emozioni, ci sentiamo gli unici depositari di quell’interruttore che accende e spegne la nostra coscienza.
Prima di intraprendere la via della “pastiglia per dormire”, vale la pena di chiedersi alcune cose, di guardarsi dentro e osservare il nostro atteggiamento mentale, che è quasi sempre la causa della nostra insonnia.
Nella mia esperienza di psicoterapeuta ho notato che la maggioranza di coloro che soffrono di insonnia resiste alla sessualità, alla sua travolgente capacità di sorprendere la coscienza, di superare l’eccesso di controllo, che è la colonna sonora di chi non dorme.
E non sorprende affatto sentir dire che l’insonnia è passata completamente quando si inizia a cambiare l’atteggiamento mentale.
Quando si mette in primo piano la parte istintiva rispetto a quella razionale.
Quando si riaccende il mondo degli istinti, si riscoprono parti di noi dimenticate, e ciò che ci tiene svegli svanisce.
È chiaro che non è così per tutti, ma spesso quello che si intravede è il fatto che “cambiando“ la forma della nostra mente, l’insonnia si può vincere.
L’identikit dell’insonne è più o meno sempre uguale: persona iper controllata, troppo attenta ai dettagli, troppo rigida, che non ama sprofondare dentro di sé, che non fa emergere la grande potenzialità affettiva e istintiva che la abita, che non sa essere affettuosa con gli altri e che non ama smancerie.
E chi soffre di insonnia ragiona troppo da adulto.
L’insonne spesso deve imparare a farsi coccolare.
Maura Luperto