Gli Hopi e il cristallo di quarzo
Una leggenda degli indiani nordamericani Hopi – un popolo con radicate credenze magiche che non ha tradizioni scritte – parla dell’esistenza di una grotta nelle montagne in cui una volta all’anno, durante il solstizio d’estate, gli anziani della tribù si riuniscono sotto la tutela del loro sciamano. La grotta è profondamente nascosta nella montagna, e vi si può accedere soltanto attraverso una lunga e stretta galleria. All’interno della grotta, nella parte superiore, vi è una piccola fenditura comunicante con l’esterno, dalla quale la luce del sole filtra solo per pochi minuti durante il solstizio d’estate, illuminando una piccola nicchia ricavata nella parete.
La cerimonia ha inizio nella più completa oscurità. Guidati dallo sciamano, gli anziani prendono la loro dose di mescal (una droga di origine vegetale) e aspettano nell’oscurità, con le loro facoltà intellettive ampliate e alterate dalla droga, finché il raggio di sole del solstizio d’estate penetri attraverso l’apertura e raggiunga la nicchia. Allora lo sciamano pone il suo bastone, che reca incastonato a un’estremità un grande cristallo di quarzo ialino, di fronte al raggio di sole e lo ruota lentamente, lasciando che la luce si rifletta in mille forme diverse sopra gli astanti e rifulga sulle pareti della grotta. La cerimonia termina quando, dopo pochi istanti, il raggio di sole sparisce e la grotta torna a essere avvolta nell’oscurità. Questa cerimonia era indubbiamente destinata a mantenere sulla tribù l’ascendente dello sciamano, che mostrava agli anziani di essere capace di controllare, attraverso la pietra, i raggi del Sole.
Maura Luperto