Se vogliamo conoscere le origini della scrittura, prima di tutto dobbiamo esplorare il segno, perché è proprio attraverso la continua combinazione dei segni che si formano i tratti che poi diventano parole, numeri, disegni, note musicali e tanto altro ancora.
Possiamo considerare il segno come la sorgente del pensiero che, diventando simbolo, a sua volta dà origine al suono e di conseguenza forma la lettera.
È poi il “gesto” con cui viene guidato che lo rende unico e irripetibile, perché si diversifica da individuo ad individuo.
Ad esempio, tutti mangiamo con le posate, ma ognuno di noi lo fa alla propria maniera. Ogni cosa parte da un segno, forse, ed è per questo che è molto difficile darne una definizione.
Il segno si pone sin dalle origini della storia umana e si è moltiplicato al punto tale che oggi tutto è segnico. La nostra si può considerare una civiltà segnica, in quanto siamo continuamente chiamati ad interpretare i segni, a codificarli, consapevoli della loro capacità significante e dell’influenza che questi significati interni ed esterni esercitano nella nostra vita.
Una parola, prima che dalle lettere, è composta di segni; un quadro, prima che da figure sensate o astratte è composto di segni; lo stesso pensiero, composto da significati, trae origine dal segno.
Volendo, si potrebbe ricercare nel segno l’origine di tutto ciò che ci circonda: non è un caso che molti detti rechino in sé la parola “segno”: passare il “segno”, è stato un “segno”, non avere la testa a “segno”, andare a “segno”… ecc.
Tuttavia il segno, pur avendo un significato, da solo non è significante, ovvero non ha un senso.
Ecco allora che, come i nostri antenati scoprirono la possibilità di raffigurare i bisonti componendo il segno in diverse maniere, il bambino, sperimentando e affinando la propria abilità motoria, da segni per lui sensati ma incomprensibili ad occhi esterni, arriva a dare al proprio operato somiglianza con ciò che vuole rappresentare, cioè, a dare un significato.
Nel mondo dei segni si può ritrovare la rappresentazione microscopica del macrocosmo. Diventando lettera, nota musicale, numero, può essere considerato alla stessa stregua dell’uomo che, nella sua individualità, è l’unità di misura di un insieme: la società.
La scrittura, come tutte le cose in natura, è il frutto dello sviluppo originario di un’unità: basti pensare a un neonato come un insieme che ha avuto origine da un’unica cellula o a un quadro, che grazie all’insieme delle pennellate stese abilmente dal pittore sulla tela ha la capacità di suscitare in chi osserva un’emozione.
Ogni cosa nella sua evoluzione segue una logica: da un’idea iniziale, in questo caso il segno, si arriva alla combinazione sistemica della stessa unità primaria.
Ciò, al fine di raggiungere un significato che inevitabilmente, diventando significante, è destinato ad avere conseguenze sulla realtà circostante.
È così che a questo punto entriamo nel concetto di simbolo…. ma questa è un’altra storia.
Maura Luperto