Il sentiero di Abeona

Il sentiero di Abeona è il titolo del nuovo romanzo che sto scrivendo ma è anche il nome che ho dato a un percorso di consapevolezza ideato per Easy Academy, centro di formazione con cui collaboro.

Abbiamo voluto creare questo percorso perché negli ultimi anni fattori quali il rapido sviluppo delle reti di informazione e comunicazione, i vari stili di vita, ma soprattutto un diffuso malcontento esistenziale hanno portato a una rivisitazione del concetto di salute che è andato indirizzandosi verso un concetto più ampio di “armonia globale”.

Gli stessi organismi sanitari lo identificano in una condizione di benessere fisico, psichico e sociale: salute quindi come equilibrio, condizione dinamica da ricreare giorno per giorno.

Questa concezione si riflette, in pratica, in un differente atteggiamento nei confronti della medicina ufficiale, dei suoi esponenti e delle sue tecniche: non ci si accontenta più di un rapporto troppo spesso impersonale o di delega incondizionata, così come cresce la sfiducia in alcune modalità di intervento, quali quelle in cui si richiede l’assunzione di sostanze chimiche, radiazioni, trapianti, ecc., o esclusivamente sintomatiche.

Anche per quanto riguarda i percorsi di psicoterapia si registra una minore capacità di impegno (forse per l’investimento di tempo e denaro) o forse perché ci si crede meno e così le richieste si orientano verso terapie di sostegno.

C’è una richiesta crescente di terapie alternative, sia perché ritenute meno invasive, sia per la ricerca di un diverso rapporto medico-paziente che consideri la persona nella sua globalità.

C’è quindi un nuovo modo di guardare alla salute che si riconduce a una più ampia “prospettiva psicosomatica”, secondo la quale l’uomo è integro, e che nell’affrontare il rapporto fra psiche e soma (sintomo ed emozione), coinvolge direttamente la persona e le restituisce la responsabilità non solo della sua salute ma della sua vita.

Potremo così parlare di “salute psicosomatica”, intendendo con questo termine una disciplina che non si limita al campo della patologia ma è un modo di guardare all’uomo, alla sua sofferenza come alla sua salute, una disciplina in grado di educare al benessere psicofisico indicando percorsi, strategie e metodi per migliorare la propri esistenza.

Così insieme alla Easy Academy abbiamo programmato un ciclo di incontri centrati sul senso dell’ESSERE. Si delinea così il “Sentiero di Abeona”, che sembra rievocare in qualche modo l’idea di un cammino, quasi a riproporre, una sorte di percorse iniziatico a misura dell’uomo moderno; il percorso si snoda attraverso una serie di “tappe” intese come momenti di riflessione e lavoro su tematiche esistenziali che da sempre hanno coinvolto l’uomo, secondo modalità, però, di estrema attualità.

Ecco così il recupero del corpo e della sua sacralità, attraverso “modalità rituali” che vanno dalla meditazione allo psicodramma, alla rielaborazione del rapporto con il tempo.

Ci si confronta con la necessità di autodefinirsi, e la fatica di accettare le nostre contraddizioni, con i sensi di colpa e le inadeguatezze, con il bisogno di capire, con il desiderio e di approvazione e di consenso che comportano notevoli sforzi.

L’ansia, le insicurezze, la rabbia e le inquietudini di vario tipo che ne derivano e che spesso ci rendono difficili le giornate, vengono affrontate attivando un atteggiamento di maggiore consapevolezza e responsabilità.

Spesso il nostro benessere risulta condizionato da fattori esterni sui quali a volte non abbiamo potere. Infatti non possiamo cambiare gli altri, non siamo in grado di modificare il passato né di intervenire più di tanto sul futuro.

Se leghiamo la nostra autostima a obiettivi da raggiungere, al fatto che qualcuno ci ami, ecc., stiamo delegando ad altri la responsabilità del nostro star bene e ci candidiamo di fatto all’infelicità.

Per ritrovare il benessere bisogna liberarci dai condizionamenti operati dalle istituzioni sociali e lavorare per un cambiamento, per una trasformazione della coscienza e del sentimento interiore della propria esistenza.

Maura Luperto