La nostra bussola interiore

Ho iniziato a viaggiare con le anime nel 1990 subito dopo la mia laurea in psicologia.

Da allora ho incontrato tanti volti, tanti disagi. Ho imparato a custodire le forze misteriose che ci abitano, a non commentare e a non giudicare. Ricordo una giovane donna di 38 anni che raccontava il suo tradimento verso il marito con un uomo “spregevole”, che la seguiva e minacciava di rivelare tutto al marito. Per riuscire a liberarsi di lui decise di cambiare addirittura lavoro.

Penso sia facile dare giudizi quando non si è coinvolti ma quando vivi l’innamoramento ogni commento è inutile. Gli innamorati vedono il mondo diversamente e quando Venere prende il sopravvento, la ragione scompare. Per questo la signora decise di rivolgersi a me per capire cosa fare. Lei non vedeva che il suo problema era sorto perché stava cercando di soffocare un aspetto di sé. Cercava di cambiare la sua vita perché non voleva più essere la donna che tradisce, non si rendeva conto che stava attuando un meccanismo distruttore di autoaggressione profonda.

Durante il percorso terapeutico comparvero attacchi di panico. Aveva paura, come se le mancasse la terra sotto i piedi. E pensava di stare male perché aveva tradito, aveva rischiato di distruggere la sua famiglia.

Chi tradisce spesso si sente in colpa, oppure si dà delle giustificazioni (marito che trascura, sentirsi spenti, infelici, ecc.) La partita dell’anima è un’altra. Cosa generava gli attacchi di panico? Forse il fatto che l’anima detesta le nostre decisioni sulle faccende affettive? O forse ancora di più detesta la soppressione delle immagini che ci riguardano.

La donna che tradisce ha lo stesso diritto di esistere della mamma e della moglie. Il panico non viene a causa del tradimento ma semplicemente perché si cerca di soffocare la parte femminile, passionale, erotica. La terapia era volta a far venire alla luce la donna appassionata. Come tutte le immagini dell’anima bisognava accoglierla.

Così le facevo immaginare Iside, l’archetipo del femminile materno ma anche dell’erotismo più intenso. Ritrovando quelle immagini il disagio svanì.

Se rinunciamo a un lato di noi è come morire. Ritrovarlo è come tornare a casa. Prendere contatto con i nostri archetipi interiori, con la nostra Venere non significa tradire per realizzare se stessi ma significa sapere che senza il fuoco dell’eros annientiamo la nostra essenza vitale.

Una vita tranquilla non va bene per chi vuole scendere nelle profondità dell’inconscio. Per ognuno di noi arriva un momento in cui dobbiamo prendere contatto con le forze misteriose che ci abitano, fra queste Eros è la più importante, magari ci porta a fare errori.

Se però ce ne prendiamo cura si comporta come una bussola che ci porta sulla giusta rotta. La strada della porta d’ingresso verso l’anima.

Siamo nel periodo dell’anno in cui anticamente si celebrava la fine del periodo oscuro e il ritorno della luce.

Il solstizio d’inverno ci porti la luce dell’anima affinché possiamo essere portatori di nuove consapevolezze.

A tutti i lettori del giornale delle buone notizie BUON NATALE.

Grazie di cuore per il vostro affetto.

Maura Luperto