La tiroide: un ponte in equilibrio tra coscienza e istinto
Vi racconto il caso di Giovanna, una mia paziente di 40 anni, madre separata di tre figli. Il suo matrimonio che definisce “sbagliato” è durato vent’anni. Racconta di non aver mai potuto esprimere i suoi sentimenti, la sue emozioni, i suoi desideri. Di aver vissuto un rapporto fatto di dolore, di paure, tanto da somatizzare a livello fisico. In terapia dice di sentirsi “smontata”, senza energie, con una sofferenza psichica e fisica che non riesce a descrivere. È come se il corpo fosse tutto in tensione, non ha più sogni, non ha più fantasie, non riesce ad essere in contatto con i suoi sentimenti, con le sue emozioni, tutto è apatico, indifferente.
Poi racconta di aver conosciuto un uomo più maturo, un uomo gentile, affettuoso e premuroso. Però ha paura di portare avanti questa relazione, non si sente le energie. E poi scopre di avere problemi alla tiroide. Si sente sempre stanca, apatica, ha sempre freddo, sempre sonno, e non ha più voglia di fare l’amore.
La tiroide… Questa ghiandola simbolicamente gioca tutta la sua partita nel rapporto tra materia ed energia. Collocata nel collo che segna il luogo di passaggio tra l’alto e il basso, tra il mondo della testa e quello degli affetti (il tronco) e degli istinti (l’addome), sembra incarnare tutta la simbologia di questo passaggio (una sorta di ponte obbligato). La sua funzione è quella di ridurre o allargare la forma del corpo, andare verso la distruzione della materia (catabolismo), o verso la sua espansione (anabolismo).
Accelerazione o rallentamento sono le due funzioni chiamate in campo da questa ghiandola sia a livello organico che psichico. Nell’ipertiroidismo si assiste infatti sia a un’aumentata velocità del mondo dei pensieri e del linguaggio che a un’accelerazione globale delle funzioni corporee (tachicardia, aumento frequenza respiratoria e del metabolismo con relativo dimagrimento).
Nell’ipotiroidismo, all’opposto, si hanno aumento ponderale e rallentamento psichico sino al torpore ideativo. Iper e ipotiroidismo rivelano bene come la coscienza si acceleri o si intorpidisca a seconda che prevalga il dominio della coscienza con il tentativo di strappare la psiche dal corpo o, sul fronte ipo, l’annullamento delle capacità psichiche del corpo.
Nel caso di Giovanna, l’aver represso per tanti anni sentimenti e desideri, l’aver lottato per reggere il matrimonio, le ha tolto la capacità di lasciarsi andare. Viversi nuovamente come “luogo” di emozioni le sembra un rischio che non può più concedersi di correre.
L’apatia, l’indifferenza, l’incapacità di mettersi di nuovo in gioco in amore, sembrano connotarsi con il versante psico emotivo di ciò che sta facendo, nel biologico, la sua tiroide: essere il centro della lotta tra il desiderio dell’energia di rinascere e la paura di una fisicità ferita che ha scelto il “torpore”.
Maura Luperto