Fiumi di parole, si parla tanto… troppo per non comunicare. Tante buone intenzioni comunicative e spesso si ottiene l’effetto opposto.
Nelle stesse frasi che pronunciamo ogni giorno si cela la nostra difficoltà ma anche la formula per risolverla. Vediamo di capirne di più.
Una frase tipica dei genitori che nasce per impartire al figlio un insegnamento che sottintende il desiderio di “scegliere per il loro meglio” è: “Lo dico per il tuo bene“.
Questo dovrebbe bastare ai figli per accettare i consigli anche quando non li sentono proprio adatti alla loro situazione.
Sembra che questi genitori sappiano ancor prima che i figli nascano, qual è il loro bene: la professione, le relazioni, le tendenze. Sanno a priori quale sarà il loro bene, hanno una sorta di modello prestampato che prescinde dalla personalità futura del bambino.
E anche quando si adatta alla persona, rimane pur sempre il bene di un figlio visto dai genitori, basato sull’immagine (del tutto soggettiva) che i genitori hanno del figlio. Questo corrisponde davvero al suo bene? Può bastare la buona intenzione affinché l’intervento genitoriale sia quello giusto e debba quindi essere eseguito?
Se invece non è quello giusto, il figlio entra in crisi. Da una parte sente che la misura imposta per il suo bene non è giusta e che “il suo bene” è altrove. D’altro canto è incerto perché il genitore lo fa per lui, “per il suo bene” e magari, chi lo sa se ha anche ragione? Così se seguirà il suo bene intimo, si sentirà colpevole e insicuro, se farà il bene che gli è stato indicato proverà rabbia. Non c’è via d’uscita e quando la tensione sarà eccessiva, si ribellerà.
Cosa fare? È possibile che un genitore veda realmente qual è il vero bene di un figlio, ma il punto è un altro: il bene deve essere conquistato personalmente, solo così uno può sentirlo come “il suo bene”. È pur vero che la conquista è fatta di errori e ripensamenti, ma solo l’errore è vissuto e ricordato, non quello che i genitori ci hanno evitato.
Quindi non ha importanza il benessere, ma rendersi semplicemente disponibili, perché un consiglio richiesto è di sicuro più ascoltato di una certezza imposta.
Maura Luperto