Lo sciamanesimo ha radici antichissime, molto più antiche di quelle di qualunque altra religione. Di fatto è l’origine, la protoreligione. Si suppone che sia comparso nelle regioni dell’Asia Centrale, in Siberia, e poi si sia diffuso nel resto del mondo. Si sa di sicuro, grazie a numerosi ritrovamenti archeologici, che lo sciamanesimo era già presente nella preistoria, e alla fine del Paleolitico gli stregoni impiegavano pietre e cristalli per combattere le malattie e li utilizzavano come legami tra la Terra e i poteri celesti.
Nel tempo questo riti furono messi in secondo piano. La fine del nomadismo, la transizione da una cultura di raccolta e di caccia a un’altra agricola e di allevamento, la progressiva comprensione dei fenomeni naturali, la ritualizzazione delle religioni fecero si che lo sciamanesimo perdesse forza in molte aree del Pianeta, ma esso non scomparve completamente.
L’accanita e spesso spietata lotta della Chiesa cattolica per eliminare quelle che considerava “eresie” causò dei veri e propri massacri, soprattutto nell’America del Sud, ma non riuscì ad eliminare una credenza profondamente radicata nell’anima di molte culture. Oggi si considera lo sciamanesimo come la religione delle tribù primitive, che ancora sopravvivono in alcune zone del Pianeta. Ma è molto più di questo. È un’attitudine spirituale, e si può trovare, sotto altre forme ancora oggi, infatti lo sciamanesimo, con la purezza delle sue idee, si è adattato ai tempi.
Lo sciamano, rappresenta il legame fra l’uomo è la natura. È allo stesso tempo sacerdote, medico e consigliere. È infatti la guida spirituale e anche il consigliere materiale dei membri della comunità di cui fa parte. Si occupa dei loro corpi e delle loro anime.
Secondo quanto Mircea Eliade (uno dei più accreditati studiosi dello sciamanesimo) spiega nella sua opera Lo sciamanesimo e le tecniche arcaiche dell’estasi, lo sciamano è un uomo con qualità particolari, che possono essere innate o acquisite. A volte alcune persone mostrano fin dall’infanzia una serie di tratti che le distinguono chiaramente dagli altri. Può trattarsi perfino di difetti fisici: una zoppia, una costituzione debole e delicata. In molti di questi casi l’organismo umano si difende sviluppando notevoli capacità psichiche per rimediare ai deficit fisici. In altri casi può essere un’esperienza traumatica a “risvegliare” i poteri dello sciamano; una grave malattia, una profonda crisi, l’aver sfiorato la morte… qualcosa che da avvio a un processo catartico, un cambiamento radicale nella vita di una persona, che si risveglia a una realtà superiore: ed ecco che nasce lo sciamano.
Da qui, inizia a guidare con i suoi poteri la vita della sua tribù. Si trasforma in consigliere, medico, legislatore, storico. Diventa detentore di un potere politico nell’ombra, dietro ma non al di sotto del capo. A volte anche al di sopra.
Un buon sciamano sa che la parte più importante del suo compito consiste nel corretto svolgimento dei rituali. L’estremo formalismo sciamano non è solo scenografico. Per “risvegliate” la sua coscienza, un abile sciamano sa di dover preparare il suo corpo, di doverlo attivare. Perciò, sin dai tempi remoti, gli sciamano sono ricorsi a una serie di esercizi e all’uso di sostanze in grado di indurre in loro uno stato di trance. I funghi allucinogeni, per esempio, o il peyotl, tanto usato nel Centroamerica, si combinano con rituali di danza, canto e ritmi di tamburi ( i dervisci rotanti, con i loro stordenti giri induttori all’estasi, sono un famoso esempio) per creare in se stessi uno stato di ricettività a partire dal quale esercitare la loro funzione.
Un buon sciamano porta sempre con se gli strumenti della sua professione, la borsa con gli attrezzi necessari per esercitare le sue funzioni. Vi saranno contenute erbe allucinogene, medicine, olio, e soprattutto pietre, gemme e cristalli.
Maura Luperto