L’erba di San Giovanni

Alcuni anni fa su una rivista scientifica importante, considerata “l’oracolo” della medicina ufficiale: il British Medical Journal, fu pubblicato un articolo che parlava dell’Iperico e riguardava uno studio condotto in Germania. In questo studio veniva affermato che l’erba di San Giovanni riscuoteva grande favore popolare e in alcuni casi poteva sostituire gli psicofarmaci nel trattamento di molte forme di depressione.

In verità molti specialisti hanno studiato gli effetti clinici dell’Iperico giungendo però a conclusioni contrastanti. Ma lo studio condotto in Germania di cui si parla nella rivista è il primo in cui si mettono a confronto l’iperico con un antidepressivo molto usato nel trattamento della depressione fin dagli anni sessanta, il cui principio attivo è l’imipramina.

Lo studio condotto dal professor Philipp e dai suoi colleghi degli ospedali di Berlino e Norimberga coinvolse 263 persone sofferenti di depressione moderata: la conclusione a cui giunsero fu che l’estratto di iperico era altrettanto efficace dell’imipramina e che il miglioramento del tono dell’umore riferito dai pazienti che avevano assunto iperico era praticamente identico a quello di chi aveva assunto imipramina. La differenza stava nel fatto che l’iperico non presentava nessun effetto collaterale rispetto allo psicofarmaco. Il prof. Philipp ipotizzò quindi che l’iperico potesse diventare una sostanza di riferimento per molte depressioni di lieve o di media intensità e un valido supporto ai farmaci nelle forme più gravi, le quali non superavano il 5% dei casi totali di depressione. La valutazione era stata fatta utilizzando un metodo molto rigido che gli psichiatri usavano per valutare l’efficacia di un trattamento cioè la scala di Hamilton.

L’erba di san Giovanni era conosciuta fin dai tempi antichi. Il nome deriva da “iper”, che significa al di sopra, ed “eikon”, che vuol dire immagine, ad indicare l’antica tradizione di appendere la pianta sopra l’immagine degli dei per tenere lontani gli spiriti maligni. L’ipericina che è il suo principio attivo conferisce il colore rosso alla resina dell’arbusto ed in passato veniva visto come simbolo del sangue di San Giovanni il Battista, fatto decapitare da Salomè, ecco perché si chiama così.

Da sempre l’iperico viene usato in fitoterapia come ansiolitico e antidepressivo, per contrastare i sintomi della menopausa e come regolatore dell’umore nelle sindromi stagionali. Inoltre stimola la secrezione notturna di melatonina, che è la sostanza che regolarizza il ritmo sonno-veglia favorendo una buona qualità del sonno. Mentre i tannini e i flavonoidi contenuti nella pianta hanno un effetto rispettivamente antidiarroico e diuretico.