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Lo zaffiro giallo e la medicina ayurvedica

La preparazione dell’ossido e della pasta di zaffiro giallo si effettua utilizzando frammenti avanzati del taglio di altri zaffiri, sempre che non abbiano alcun difetto. I frammenti vengono introdotti in un sacchetto e fatti bollire per tre giorni e tre notti in una daula yantra. Per preparare l’ossido bisogna tritare lo zaffiro fino a ridurlo a una polvere fine, che si mescolerà poi a zafferano, arsenico giallo e arsenico rosso in parti uguali, macinando il tutto per dodici giorni, otto ore al giorno, con succo dell’albero del pane. Poi si sottoporrà il composto a calcinazione.

Per la pasta invece, bisogna purificare lo zaffiro con acqua di rose e poi macinarlo per quindici giorni, otto ore al giorno. La pasta dovrà risultare tanto fine da poter essere posta in contatto con gli occhi senza causare problemi.

La medicina ayurvedica considera l’ossido di zaffiro giallo utile come vermifugo, per calmare il vomito, il bruciore di stomaco e il fastidio delle emorroidi e nel trattamento delle disfunzioni ematiche. È anche efficace per la gastrite, la stitichezza, flautolenza, emorragie nasali, nella tubercolosi e nell’astenia in generale.

La pasta di zaffiro giallo è ideale per combattere le disfunzioni secretive delle mucose: se sono secche, si somministra mischiata con panna e un pizzico di cardamomo rosso; se sono troppo umide, si unisce miele e una presa di pepe nero macinato; se sono congestionate, si aggiungono alcune gocce di succo di zenzero. È anche molto utile contro i raffreddori ( unita a miele e a un pizzico di pepe nero macinato), l’asma, la debolezza generale, il vomito e nella cura di tutte le malattie polmonari, compresa la tubercolosi.

La pasta e (spesso anche l’ossido ) si somministra con miele e con un pizzico di pepe nero.

Maura Luperto