Davanti a me, nel mio studio una giovane donna si racconta. Occhi bassi, dita intrecciate che sono diventate livide per quanto le sta stringendo.
Non si piace e dice che non capisce perché in situazioni di dialogo o di scontro, in diversi ambiti, non trova le parole, si blocca e spesso reagisce scoppiando a piangere. Per poi continuare a rimuginare, a pensare a come avrebbe potuto rispondere.
La conseguenza è che si riempie di rabbia e la frustrazione la porta a reagire in modo esagerato finendo così per non essere mai capita.
La osservo, guardo l’espressione del suo viso e vi leggo tanta sofferenza. Poi le faccio osservare che tutto ciò che accade, accade nel presente. Ogni scontro dura l’istante in cui accade, non deve persistere nella nostra mente.
Le dico che bisogna che accetti di non trovare le parole, di non essere capace di reagire con la voce alta, con lo scontro, come fanno molte persone.
Perché forse lei ha un modo di reagire diverso. Le chiedo perché vuole assomigliare agli altri? Mi guarda con gli occhi lucidi come se avesse scoperto una verità che non immaginava di poter vedere.
Ognuno di noi è un originale, non dobbiamo fare le fotocopie.
Maura Luperto