Incontro una vecchia amica che non vedevo da tempo, ci mettiamo a chiacchierare e lei parte con i ricordi… Già, i ricordi… Tracce chimiche scritte nel nostro cervello: atmosfere che si sono materializzate dentro di noi. Ogni volta che ricordiamo qualcosa tutta la nostra chimica cerebrale viene messa in movimento.
Ogni volta che ci soffermiamo a ricordare si formano delle tracce indelebili nella nostra materia vivente. In fondo, ogni ricordo è un geroglifico scritto nel cervello, che di volta in volta è capace di riesumare le sensazioni e le emozioni. La psicologia del qui e ora insegna a liberarsi dal passato, a vivere come se il presente fosse l’unica realtà. Perché i ricordi generalmente sono legati ai pregiudizi, alle idee che ci facciamo riguardo alle cose, non alle cose come sono.
E se i ricordi sono tristi, sono brutti ricordi che creano malessere allora siamo fuori tempo, proiettati in un passato dove non c’è felicità.
La saggezza cinese insegna a trattare sullo stesso piano tristezza e felicità, perché sa che l’Eterno, il senza Nome è presente tanto in cielo come in terra…. la vita è un unico invisibile tutto. È un tutto omogeneo. Perciò non bisogna avere pregiudizi su nessuno degli aspetti della vita, altrimenti inquiniamo tutto, altrimenti consideriamo la vita fisica materiale disprezzabile e i rapporti fisici come qualcosa di non spirituale.
Per star bene dovremmo svuotare la mente, dovremmo creare continuamente il nuovo. Quante volte potremmo cambiare in un attimo la nostra realtà se non fossimo legati ai soliti pensieri, ai soliti gesti, ai soliti ricordi.
La mia amica continua a parlare e io la osservo, la ascolto mentre mi racconta di quella cosa che vorrebbe fare, peccato però che la sua timidezza le impedisca di agire… I timidi sono prigionieri dello schema mentale in cui si sono chiusi, del personaggio che vorrebbero diventare e imitare, e perdono di vista la loro spontaneità.
Contrariamente a ciò che si pensa le parole che costruiamo dentro di noi sono dannose per la nostra salute, sono come ricordi, accostati alle canzoni, inutili. Inutili romanticismi che ci allontanano dalla realtà e dal presente e soprattutto dal nuovo che può arrivare. Come possiamo vedere il nuovo se lo paragoniamo al passato?
C’è chi sostiene che la nostra comunicazione è centrata soprattutto sullo spettegolare, ricattare, dare scandalo, parlare a vanvera. Tutto questo comporta una importante perdita di energia vitale, chimica e nervosa.
Quindi tutte le volte che parliamo tanto per parlare, che ci lamentiamo, che facciamo complimenti (quasi mai sentiti), che chiacchieriamo, che ci prepariamo le cose da dire, ci allontaniamo dalla nostra interiorità, dal centro di noi stessi e soprattutto cambiamo la chimica del nostro cervello. Questo ci porta ad estraniarci da noi stessi, non sappiamo più che cosa abbiamo veramente da dire di nostro, non parliamo più con le nostre parole… Per questo la saggezza cinese insegna l’arte del silenzio. Sembra un paradosso ma la timidezza si supera proprio con il silenzio, che è particolarmente temuto perché rompe i nostri schemi di comunicazione creando disagio.
Il linguaggio si ricrea e si rigenera quando incontriamo la realtà del silenzio, se impariamo a stare dentro di noi, con noi stessi senza chiacchierare, senza usare il linguaggio, senza usare il pensiero,se impariamo a stare nel nostro spazio di silenzio e basta.
Allora prima di parlare, bisogna ascoltare il silenzio, non fare di tutto per coprirlo.
Il silenzio ha un grande potere terapeutico che rigenera il cervello, in questo modo, se le parole svaniscono si possono frantumare i ricordi, le abitudini, così che il presente acquista il sapore del nuovo, dell’eterno.
Maura Luperto