Il training autogeno (T.A.) è stata la prima tecnica strutturata di rilassamento. Fu elaborata da J. H. Schultz, un neuropsichiatra tedesco negli anni ’20 del secolo scorso. Conoscitore della psicanalisi e anche dell’ipnosi, con tale metodo si prefiggeva di ottenere gli stessi benefici effetti ottenibili mediante l’ipnosi senza però ricorrere alla suggestione. Questo anche in relazione al clima culturale che si era venuto a creare con l’affermazione della psicanalisi che, nata proprio dalle esperienze terapeutiche ipnotiche, sembrava voler sfuggire alle sue origini, tentando, in ogni modo, di eliminare l’effetto suggestivo del rapporto tra analista e analizzato.
Credo che questa intenzione non si sia verificata specialmente a proposito delle pratiche del T.A.
Questo perché molti che si ritenevano esperti di training hanno infarcito e appesantito la tecnica di induzioni suggestive (sensazioni di benessere, analogie a proposito del peso e del calore ecc.) laddove la tecnica originale è essenziale nella rigidità della sue formulazioni. Peso, calore, respiro, cuore, plesso solare, fronte fresca danno vita al ciclo inferiore focalizzato su sensazioni corporee; il ciclo superiore invece è centrato sull’attività immaginativa (colore personale, visualizzazione di concetti astratti).
Può essere interessante notare come, a partire dal T.A., si sono venute sviluppando altre tecniche che ricorrono al “rilassamento ” con finalità psicoterapeutiche ognuna focalizzando aspetti particolari della tecnica.
Un problema pratico può essere quello relativo al tipo di tecnica da impiegare in funzione delle esigenze del singolo e una risposta sintetica non è possibile. Però è certo che al di là del tipo di tecnica è importante la competenza del professionista.
Maura Luperto