Udire il silenzio, vedere il nulla
Ognuno di noi è connesso al tutto. Ogni elemento si influenza reciprocamente. Ciò che l’uomo prova lo trasmette e con ciò influenza il contesto in cui vive e agisce, pertanto si può trasmettere energia, ottimismo, speranza come pure tristezza, angoscia, depressione.
La scienza, con le sue diverse discipline, giunge essenzialmente ad una visione comune della realtà: la nostra mente divide e separa, distingue e giudica frammentando l’insieme e rendendolo molteplicità. Allora esiste la mia verità e la tua verità a causa delle quali si entra in conflitto, esiste il proprio personale convincimento, gli egoismi che non lasciano spazi agli altri. Esistono però anche stati di coscienza in cui questo non avviene.
Stati in cui ogni evento e ogni essere umano sono percepiti come parti di un tutto che coopera per il buon funzionamento dell’organismo in un tutto armonico.
Siamo nel campo della psicologia Transpersonale, che va oltre le maschere, oltre la personalità per incontrare il piano superiore di coscienza dove risiede l’amore, la creatività, l’armonia.
La percezione dell’unità risana, dona leggerezza e soprattutto mette in discussione e trasforma profondamente la nostra capacità di amare.
Osservare questo processo porta in un punto di sospensione dove si incontrano vari aspetti. Questo incontro avviene in un luogo comune: nel silenzio del nulla. Non c’è più divisione, frammentazione. Il nulla libera la bellezza di ciò che è, il nulla è quiete che ci permette di tenere grande e ampia la visione e di cogliere ogni cosa là nel grande panorama dell’universale.
Il paradosso della fisica quantistica apre allo sguardo d’insieme: vedere non è guardare, per vedere non occorre mettere a fuoco, bensì lasciare che lo sguardo abbracci il conosciuto e contemporaneamente l’immanifesto.
Quale è l’elemento che ci conduce all’esperienza transpersonale della percezione dell’unità?
Il cuore, ovvero la capacità di accogliere in sé, includere.
Maura Luperto