Diritto privato degli animali, UniTo all’avanguardia nella formazione giuridica

Gli animali sono da sempre oggetto di attenzione da parte del codice civile, anche se le norme che li riguardano sono frammentarie e obsolete.  Esse regolano i danni causati dagli animali e, per il resto, considerano questi ultimi come beni mobili, oggetti di diritti altrui: cose di proprietà dell’uomo, non troppo diverse dagli altri beni che possono essere acquistati e ceduti. La sola differenza è data dalla natura di cose “vive” e “animate” che è connaturata agli animali, i quali possono dunque spostarsi, fuggire ed essere inseguiti dal proprietario: nascono di qui gli articoli – tuttora presenti nel codice – che disciplinano gli sciami d’api che volano sul terreno altrui, i colombi che passano a un’altra colombaia e i conigli che si spostano in un’altra conigliera.

Queste norme, spesso legate al mondo contadino del passato, trascurano del tutto quanto gli animali siano centrali per l’uomo al giorno d’oggi: essi sono diventati “da compagnia” oltre che da allevamento. Ma non per questo hanno cessato di essere importanti dal punto di vista economico, trovandosi anzi al centro di un mercato in costante sviluppo, che crea un giro d’affari di miliardi di euro l’anno.

Per rispondere a queste radicali trasformazioni sociali ed economiche, il Consiglio del Corso di laurea magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza dell’Università di Torino ha approvato, su proposta del Prof. Luciano Olivero, l’attivazione dell’insegnamento in diritto privato degli animali. Un nuovo corso avanzato da 40 ore e 6 CFU a cui potranno accedere le neo matricole quando giungeranno al IV e V anno, che ha l’obiettivo di preparare i giuristi di domani ai nuovi problemi che la “questione animale” pone intersecandosi con i temi cruciali del diritto privato: dalla proprietà ai rapporti contrattuali, dal fatto illecito alla disciplina della famiglia e delle successioni.

La centralità degli animali da compagnia nella società contemporanea ha già avuto modo di tradursi in principi normativi di primaria importanza. La protezione degli animali quali “esseri senzienti” nel Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e la recente riforma italiana che ha introdotto nell’Art. 9 della Costituzione la difesa degli ecosistemi e degli animali rappresentano perfettamente questa tendenza. In essa si iscrivono anche alcuni codici civili stranieri, come quello svizzero e tedesco, i quali si sono spinti ad affermare che gli animali “non sono cose”. Ma questa affermazione di principio, pur importante, ancora non chiarisce quale sia il loro esatto statuto giuridico e molti problemi restano aperti.

In Italia gli animali da compagnia sono oltre 60 milioni, tanti quanti gli abitanti. Questo significa che ogni famiglia, in media, ne possiede più di due e per mantenere e curare tali animali, spende mensilmente cifre che oscillano da 30 a oltre 300 euro e che sono andate negli anni progressivamente aumentando. Tra il 2007 e il 2021 le spese per il cosiddetto “pet food” sono più che raddoppiate; ed anche le spese veterinarie, per i giochi, gli accessori, i prodotti farmaceutici e per l’igiene degli animali sono in progressivo, costante aumento.

“Il nuovo insegnamento – dichiara il Prof. Luciano Olivero – approfondirà e cercherà di dare risposta ai problemi che gli animali oggi pongono nella prospettiva del diritto e, in particolare, del diritto privato in tema di rapporti contrattuali ed extracontrattuali, familiari e successori. Gli ultimi anni hanno infatti messo in luce che i profili critici sono parecchi e, in assenza di regole puntuali, le soluzioni proposte sono state diverse. Solo per fare alcuni esempi: di quali garanzie beneficerà l’acquirente di un animale malato? Di quelle tradizionali della vendita secondo il codice civile o dei rimedi più generosi offerti dal codice di consumo? Se una famiglia si scioglie a chi andranno gli animali domestici? Varranno le regole perentorie della proprietà privata oppure criteri meno scontati, che mimano l’affidamento dei figli? Cosa si può disporre, in un testamento, in favore di un animale? E ancora: se l’animale viene ucciso, a quale risarcimento avrà diritto il proprietario? Si guarderà al solo valore economico, o si considererà anche il danno non patrimoniale? I temi sul tappeto sono tanti, alcuni classici, altri del tutto inediti. Più generale di tutti si pone il problema della natura giuridica degli animali, perché la dicotomia tra res e personae, ereditata dal passato, appare sempre più una coperta corta, che lascia irrisolte troppe questioni. Esse, al di là del peso della tradizione e degli approcci sentimentali al tema degli animali, reclamano la ricerca di soluzioni ragionevoli filtrate dagli strumenti tecnici del diritto privato. È quello che ci ripromettiamo di fare con questo insegnamento, per la cui istituzione sono molto grato alla sensibilità dei colleghi e, in particolare, alla presidente del corso di laurea magistrale, Prof.ssa Poggi, e al direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Prof. Caterina”.