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Kanuku, l’unico formichiere gigante d’Italia

Grande bagno nella biopiscina alla sua prima uscita pubblica al Parco Natura Viva di Bussolengo: è arrivato Kanuku, l’unico formichiere gigante d’Italia. Vulnerabile di estinzione secondo l’Unione Internazionale per Conservazione della Natura, il giovane maschio arriva dallo zoo di Francoforte, dov’è nato la scorsa estate.

È la più grande tra le quattro specie viventi di formichiere e la sua dieta è strettamente correlata alla lingua lunga 60 centimetri, che gli permette di scovare formiche, larve e termiti. Un animale dalla morfologia unica, che arriva direttamente dal tardo Pleistocene e che nei soli ultimi 10 anni, in Centro e Sudamerica ha perso almeno il 30% degli esemplari. Grandi imputate le piantagioni intensive di canna da zucchero, che vengono incendiate prima della raccolta. E che si rivelano una trappola mortale per migliaia di formichieri giganti.



È con noi da una settimana ed è in piena esplorazione sia dell’interno che dell’esterno del suo reparto”, spiega Cesare Avesani Zaborra, CEO del Parco Natura Viva. “Ha ritmi quotidiani molto particolari e i suoi keeper hanno trascorso alcuni giorni a Francoforte per acquisire tutte le informazioni necessarie. Predilige le ore del crepuscolo, durante le quali si risveglia lentamente da un sonno molto profondo ed esce in esplorazione. Con gli artigli delle zampe anteriori scorteccia vecchi tronchi alla ricerca di insetti, che cattura in gran quantità grazie alla lunga lingua appiccicosa dotata di papille ricurve. Ma abbiamo scoperto che è ghiotto anche di larve di caimano e yogurt bianco”. L’accoglienza che il pubblico ha riservato a Kanuku è stata piena di meraviglia, giustificata dai suoi 40 chili ricoperti di un foltissimo pelo marrone, alternato da strisce bianche e nere. “Un altro punto di forza è la sua larga coda, lunga un metro quanto il corpo, che usa per avvolgere il muso quando dorme”, prosegue Avesani Zaborra. “In quei momenti, ancora facciamo fatica a capire dove inizi la parte anteriore e finisca la parte posteriore del nostro formichiere gigante”.

Si tratta di una specie che calca il Pianeta da circa 100mila anni, che oggi affronta la sua più grande minaccia nelle foreste pluviali tropicali dal Venezuela al Paraguay. “In Brasile in particolare, primo esportatore al mondo di canna zucchero, vengono bruciate le coltivazioni intensive per facilitare la raccolta. Questo porta alla morte di moltissimi esemplari a causa di gravi ustioni. Ma la presenza sempre più assidua delle infrastrutture umane all’interno degli ecosistemi naturali, pone a carico di questa specie anche un alto numero di incidenti stradali e una persistente caccia di frodo”, conclude il CEO del Parco Natura Viva.