Avete presente quando aprite un cassetto dei vostri genitori o nonni e ci ritrovate di tutto? A casa del Sior Pare è la stessa cosa. Bulloni, tappi, pezzi di stoffa, oggetti rotti o in disuso, sachetti e involucri di ogni tipo. Perché tenerli?
- “Parché prima o poi i tonerà boni, ti vedara! (Perché prima o poi torneranno utili, vedrai!)”
Quando lui era giovane di soldi ce n’erano pochi, e c’era anche un altro tipo di mentalità. Tutto quello che avevi poteva essere riciclato o adattato a nuovi scopi. Dai vestiti passati di fratello in fratello, ai libri, giochi ecc. A questo ci aggiungiamo la spiccata creatività del Sior Pare, ed ecco. Il gioco è fatto!
Il tutto non viene fatto con ispirazione ecologica, o almeno, l’idea c’è, ma è più un discorso di praticità. Se ho già in casa qualcosa che può essere usato allo stesso scopo, perché dover uscire e comprarlo? Per cui quello che può tenere lo tiene e butta via solo l’inutilizzabile.
Fino a una ventina di anni fa non si usava ancora la raccolta differenziata, se non per la carta e il vetro. Il resto era mettere tutto insieme in un solo bidone grande. Quando hanno iniziato a mettere i vari tipi di cassonetti diversi, per lui è stato anche abbastanza facile dividere carta, vetro e alluminio. Col secco e l’umido un po’ meno. Per Siora Mare, invece, questa divisione è sempre rimasta un mistero. Per lei tutto nel secco o al massimo nell’umido.
Dopo anni il problema più grande rimane però sempre quello. Cosa va nell’umido?
- “Se ‘na roba xe bagnada o di origine naturale, va eà! (Se una cosa è bagnata o di origine naturale, va là!)”
Inutile dirvi le lotte ogni volta o i dubbi esistenziali. Anche perché, essendo ipovedente, non è che può leggere sulla confezione cosa va dove. Come risolvere il problema?
- “Nel dubbio… eo go messo nel secco, go fato giusto? (Nel dubbio… l’ho messo nel secco, ho fatto giusto?)”
Ci si mette anche la scomparsa dei normali sacchetti di plastica da supermercato, usati per anni come sacchetti della spazzatura di ogni tipo, e l’arrivo di quelli biodegradabili da utilizzare per l’umido.
Eccolo quindi inventarsi nuovi tipi di contenitori per raccogliere i rifiuti a seconda di dove vanno messi.
- “Ciò, el sacchetto dei sassetti par Yoshiko xe de carta, giusto? Eora posso doperarlo par metarghe tuta ea carta in genere! Cussì no me ocupa massa spassio! (Eh, il sacchetto dei sassetti per Yoshiko è di carta, giusto? Allora posso adoperarlo per metterci tutta la carta in genere! Così non mi occupa troppo spazio)”
Il procedimento da lì è stato usato anche per la plastica:
- “Perché dovarìa butar via direttamente el sacchetto dea carta igienica, quando eo posso doparar par butar via ea plastica? Xe un sacheto sparagnà! (Perché dovrei buttar via direttamente il sacchetto della carta igienica, quando lo posso adoperare per buttare via la plastica? È un sacchetto risparmiato!)”
Non gli è ancora ben chiaro che a volte ci sono pezzi che vanno tolti, come l’etichetta dalla carta o gli scontrini che vanno nel secco, però nel suo piccolo il Sior Pare fa del suo meglio per rendere un po’ più sostenibili i suoi rifiuti.
E se ci riesce lui…
Anna