Una delle cose positive di questi giorni così strani in cui i movimenti possono essere ancora pochi, è il poter riscoprire i luoghi a noi vicini. Casca giusto a pennello una visita guidata al bosco di Mestre. Un buon modo per far finalmente fare un giro al Sior Pare in mezzo alla natura.
Dopo un attimo di “Ma cossa vegno far (ma cosa vengo a fare)” l’idea di poter stare un po’ in mezzo ad altre persone e fare un’esperienza diversa lo convince subito. E ci regala anche un paio di perle di cultura autoctona:
- “Ma eo savè che el bosco de Mestre xe fatto da “Carpini“? El quartier e el Forte se ciama “Carpenedo” par queo! Idem Radio Carpini! (Ma lo sapete che il bosco di Mestre è fatto di “Carpini”? Il quartiere e il Forte si chiamano “Carpenedo” per quello! Idem Radio Carpini)”
Eccolo quindi il sabato mattina, già pronto di tutto punto fuori di casa già 10 minuti prima dell’appuntamento.
Una volta arrivati sembra proprio uno scolaretto in gita, gli manca solo lo zainetto! Per un errore di comunicazione siamo in anticipo di ben mezz’ora mentre il resto del gruppo è in super ritardo causa Laurea (congratulazioni Dottoressa Anna!). Ai nastri di partenza siamo noi, Alessandra Bon Appetit, la guida e una coppia madre – figlia di una certa età.
Il Tour comincia! Si parte dal bosco nuovo, la guida ci spiega un po’ la storia del bosco, quello vecchio nato con alberi tutti coetanei e quello nuovo creato negli anni ’90. Intanto sopraggiunge il resto della truppa e dopo un paio di cori ad hoc per la neolaureata, si prosegue con la spiegazione di Flora e Fauna locale.
- “Senti che profumi, che aria bona… pecà no vedarghe… (Senti che profumi, che aria buona… peccato non vederci…)”
Purtroppo in settimana ci sono stati dei temporali, per cui alcuni percorsi per il bosco vecchio sono parecchio infangati, ma non sarà di certo un po’ di fango a fermare il Sior Pare escursionista! Il percorso continua tra Carpini, Biancospini e vecchie quercie, ecco le Pervinche, poi il Sigillo di Salomone, ghiande cadute ecc.
Ci ritroviamo in una radura con un piccolo laghetto, la nostra guida ci racconta di come i gamberi americani stanno uccidendo le varie specie di rane e rospi smeraldini. Noi rimaniamo estasiati nel cercare di riconoscere la specie dei Girini che intanto nuotano sotto di noi.
Chiede il Sior Pare tutto interessato:
- “Ma almanco i xe boni da magnar ‘sti Gambari assassini? (Ma almeno sono buoni da mangiare questi gamberi assassini?)”
Purtroppo non lo sono, anzi, pulendo i fondali mangiano i metalli pesanti.
Il giro ormai è terminato, ci siamo presi un’oretta di aria buona e fatto due passi, che di questi tempi non fa mai male. Il Sior Pare è tutto contento:
- “Xe stada ‘na gita beissima. Xe stada proprio ‘na bea esperiensa parché gera un toco che no vedevo un poca de erba par aria e anca par sotto. Se gavemo divertìo e stai anca un fià in compagnia, fato quatro ciacoe in famegia… Pecà par quel fanghetto, ma beo anca ea guida che ea ne contava i fiori, e piante… pecà no vedarli… (è stata una gita bellissima. È stata proprio una bella esperienza perché era un pezzo che non vedevo un po’ di erba per aria e anche per sotto. Ci siamo divertiti e stati anche un po’ in compagnia, fatto quattro chiacchere in famiglia… Peccato per quel fanghetto, ma bello anche la guida che ci raccontava i fiori, le piante… peccato non vederli…)”
Come trascorrere un bel sabato mattina, diverso dal solito a pochi chilometri da casa. A volte basta davvero poco!
Anna