Ci sono degli appuntamenti sportivi che si aspettano con ansia per 4 anni, per il Sior Pare, malato di sport fin da piccolo, i più speciali sono sempre stati i mondiali di calcio e ovviamente le Olimpiadi.
Se normalmente inizia già nei giorni precedenti a raccontare aneddoti delle varie edizioni, quando si tratta di Olimpiadi inizia a sospirare già da settimane. Le prime volte lo guardavo sempre un po’ così, che avrà mai da essere così malinconico? Non è mai stato questo gran sportivo. Seguirlo sì, ma farlo è un’altra cosa.
- “Uff… e pensar che ghe podevo andar… (Uff… e pensare che ci potevo andare…)
- “Dove papà?“
- “Eh, ae Olimpiadi! (Eh, alle Olimpiadi!)
- “A far che? A vedarle?“
- “No, gavarìa dovuo farghe servissio d’ordine e esserghe a tute e gare! ‘Desso te conto! (No, avrei dovuto fargli servizio d’ordine e esserci a tutte le gare! Adesso ti racconto!)
La prima volta che me l’ha raccontato l’ho guardato tutta stralunata pensando fosse impazzito, cosa c’entra il Sior Pare con un evento così grosso?
- “Ti sa, mi go fato el militar a Cagliari, ma dopo i me ga mandà ad Ansio, gera el ’60 l’anno dee olimpiadi a Roma. Gero contentissimo! Pensa che sogno poder veder, vivar ogni attimo de un evento cussì grando, el sogno de tuti i sportivi! (Sai, io ho fatto il militare a Cagliari, ma dopo mi hanno mandato ad Anzio, era il ’60 l’anno delle Olimpiadi a Roma. Ero contentissimo! Pensa che sogno poter vedere, vivere ogni attimo di un evento così grande, il sogno di tutti gli sportivi!)”
Lo guardo sempre più perplessa.
- “Praticamente dovevimo andar tuti a far servissio d’ordine aeo stadio, nei paeassetti ecc. i ne dava anca a paga doppia! Ciò, per l’epoca gera bei schei! Po’, pensa, ghe gera Cassius Clei, Nino Benvenuti, l’etiope a pìe scalsi… pensa che beo! E invesse… (Praticamente dovevamo andare tutti a far servizio d’ordine allo stadio, nei palazzetti ecc. ci davano anche la paga doppia! Eh, per l’epoca erano bei soldi! Poi, pensa, c’erano Cassius Clay, Nino Benvenuti, l’etiope a piedi scalzi (Abebe Bikila)… pensa che bello! E invece…)”
- “E invece?“
- “E invesse i me ga ciavà! I ga ciamà soeo che quei del scaglion prima del mio, quei che se congedava a breve. Cussì, a nialtri che semo rimasti in caserma, ne ga tocà far turni doppi par un mese. Dopo gero talmente stanco che, nonostante gavesse tolto una licensa de ‘na setimana, co so tornà so andà dritto in infermeria per massa stress! (E invece mi hanno fregato! Hanno chiamato solo quelli dello scaglione prima del mio, quelli che si congedavano a breve. Così, a noialtri che siamo rimasti in caserma, ci è toccato fare turni doppi per un mese. Dopo ero talmente stanco che, nonostante avessi preso una licenza di una settimana, quando sono tornato sono andato dritto in infermeria per troppo stress!)”
- “Ma scusa, in tutto questo non sei riuscito ad andare a vedere qualche gara?? Eri lì!“
- “Macchè, co finivo el turno i gaveva già terminà tuto, e ea domenega che gero libero no i fazeva e gare! Per cui andavimo a vedar el stadio, e varie strutture, ma no ghe gera gare… Ti sentivi che ea città gera diversa ma no go podesto vedar niente! (Macchè, quando finivo il turno avevano già terminato tutto, e la domenica che ero libero non facevano gare! Per cui andavamo a vedere lo stadio, le varie strutture, ma non c’erano gare… sentivi che la città era diversa ma non ho potuto vedere niente!)”
Si zittisce di colpo, ogni quattro anni la stessa scena, anche se questa volta ne ha dovuto aspettare uno in più. Attende sempre più impazientemente la cerimonia di apertura. La guarda con occhi sognanti, ormai molte cose non le vede e quindi non le capisce. Per l’ennesima volta sbotta con un:
- “Uff… e pensar che ghe podevo andar… (Uff… e pensare che ci potevo andare…)”
Si ferma un attimo, mi guarda:
- “Beh… ti sa però che ben che se vede beato in divano daea teevision?!? (Beh… sai però che bene che si vede beato in divano dalla televisione?!?)”
Anna