Sior Pare e Leopold

Il mese di dicembre, da qualche anno a questa parte ormai, è diventato un periodo un po’ triste.
Tra anniversari, compleanni e festività, senza Siora Mare in casa le feste hanno quel velo di malinconia che non si riesce a scacciare. Quest’anno ancora di più.

A questo viene incontro “L’angolo delle stupidate” del supermercato. Una renna spicca tra tutte quelle cianfrusaglie inutili e riesce a trovare la sua utilità.

Un calendario dell’avvento. Perché no?
Per la religiosità del Sior Pare non è propriamente adatto, ma visto che già domenica scorsa paventava, dopo la messa con Papa Francesco, l’inizio dell’avvento, può essere un’occasione ghiotta per dedicargli una coccola al giorno, ogni giorno, fino a Natale.

Così la renna torna con noi a casa, la riempiamo di cose sfiziose, mettendo quelle più importanti nelle date più significative, e via. Sant’Andrea è arrivato, gli onomastici in casa sono sempre una tradizione da festeggiare, quasi e forse più importanti del compleanno.

Prendo la renna, irrompiamo in cucina cantando “tanti auguri” e gli presentiamo Leopold.

  • Ma cossa xe sta roba? (Ma che cos’è questa roba?)”
  • Xe un caendario de l’avvento (È un calendario dell’avvento)”
  • Ma se xe cominsià domenega scorsa! (Ma se è cominciato domenica scorsa!)”
  • Si, ma questo è di un altro tipo. Hai un calendario con tante caselle dal primo di dicembre fino al 24. Ogni giorno fai una preghierina e ne apri una e vedi cosa ci trovi.
  • Ma cossa go da far quindi? Che po’… Come ti ga ditto che se ciama? Leopold?? Eora xe un renno, no ‘na renna! (Ma cosa devo fare quindi? Che poi… come hai detto che si chiama? Leopold?? Allora è un renno, no una renna!)”
  • Vedi queste tasche? Senti che hanno dei numeri?
  • “Sì…”
  • Ecco, ogni giorno ti verzi ea tasca, ti tol el regaeo e ti fa ‘na preghierina. (Ecco, ogni giorno apri la tasca, prendi il regalo e fai una preghierina.)”
  • Ah, va ben, go capìo! (Ah, va ben, ho capito)”

Il giorno dopo, il primo di dicembre, arrivo a casa e…

  • Buongiorno Sior Pare! Eora, ti ga verto el regaetto? (Buongiorno Sior Pare! Allora, hai aperto il regaletto?)”
  • No, go ancora da torlo, ‘spetta. (No, devo ancora prenderlo, aspetta)”

    Apre la tasca, estrae il regalino, ed esclama:
  • Ma cossa xe, na roba quadrata? Xe un dado da brodo? (Ma cos’è, una roba quadrata? È un dado da brodo?)”
  • Prova a assaggiarlo!
  • Aaah, xe un cremino! Bon, ‘desso me eo magno! (Aaah, è un cremino! Bene, adesso me lo mangio!)”
  • Ma no, che adesso mangi la pasta, tienilo con il caffè.
  • Sì sì, ti ga razon! (Sì sì, hai ragione)”

E se ne va col sorriso sornione.

Il giorno dopo, si era già completamente dimenticato di prenderlo ma alla sera apre la tasca e…

  • Do gianduiotti! Boni questi! (Due gianduiotti! Buoni questi!)”

È arrivato il 3. La tasca è già aperta e vuota. Direi che ha imparato come si fa!

  • Ciò, go visto che ti gà già verto el regaetto, cossa ghe gera ancùo? (Eh, ho visto che hai già aperto il regalo, cosa c’era oggi?)”
  • Ah, ti sa che no me ricordo?? Però el gera bon! (Ah, sai che non me lo ricordo?? Però era buono!)”