È cosa risaputa da tempi immemori, ma noi uomini o non lo sappiamo veramente (ma ce ne accorgiamo non appena superata la pubertà) o facciamo finta di non saperlo o preferiamo nasconderlo a noi stessi forse per non sentirci decisamente in inferiorità mentale, almeno in questo campo.
Quale campo? Ma in quello dell’eterna battaglia psico-sessuo-fisiologica che ci contrappone a quella struttura complessa, non-lineare, affascinante e spesso disarmante che è l’universo femminile. Roba da mal di testa, che i nostri semplici neuroni maschili affrontano con stoica determinazione. E ovviamente perdono. Facciamocene una ragione anche alla luce delle recenti scoperte scientifiche, ma prima proseguiamo con la semplice analisi di ineluttabili fatti.
Palestra, abbigliamento, simpatia, successo nel lavoro e varie altre doti, che seppur a volte nascoste cerchiamo disperatamente di far venire alla luce, sono l’attrezzatura standard di noi uomini per il lancio dell’esca che dovrebbe catturare l’agognata fanciulla. Insomma, la tecnica del pavone nelle sue più alte espressioni che, non di rado e se non si fa estrema attenzione, rischia di farci cadere un vortice di ridicolo “machismo”. Ma siamo uomini e quando ci troviamo di fronte a una donna i nostri neuroni lineari cominciano a intrecciarsi fra loro, costruendo nodi gordiani inestricabili. Si, siamo dei fessi genetici!
In tutto questo bailamme destinato alla conquista di colei che ha suscitato il rimescolamento ormonale, non ci rendiamo conto del fattore fondamentale che stabilisce senza ombra di dubbio il nostro successo o il deprecabile insuccesso: Lei!
Possiamo fare anche un triplo salto mortale con avvitamento sull’asse e tuffo con zero schizzi d’acqua (roba da tutti dieci in una gara!), ma se per Lei è “no”, non c’è cosa che tenga e siamo fuori gara. Tanto per concludere il preambolo: signori rendiamoci conto che non siamo noi a scegliere, ma siamo scelti da colei che ci renderà la vita – o anche parte di essa ovviamente – qualcosa di buono da gustare, ma anche no. Perché mettere un freno agli imprevisti dell’esistenza?
E che siano le donne a scegliere lo ha confermato anche la scienza. Scelgono prima ancora di “esistere”, fin da prima della nascita: è l’ovulo che decide, senza tema di smentita, quale dei miliardi di spermatozoi avrà il permesso di entrare e dare così inizio all’incredibile ciclo della vita.
Sia gli spermatozoi che gli ovuli emettono segnali chimici destinati a rendere più agevole la strada verso la fecondazione, come una sorta di Telepass che faccia alzare la sbarra. La cosa particolare è che questi segnali, soprattutto quelli lanciati dall’ovulo, non sono destinati a tutti i pretendenti ma solo a quelli in grado di entrare in “assonanza” con lui e non importa se la scelta ricade o meno sul partner, quello che conta è la ricerca dello spermatozoo la cui attenzione sia stata catturata con più intensità rispetto agli altri.
Questa scoperta sta aprendo la strada a nuove possibilità di trattamento per la fecondazione assistita. I segnali chimici in questione massimizzano la compatibilità genetica e sembra abbiano un ruolo fondamentale per scegliere i gameti in grado di essere i migliori per lo sviluppo dell’embrione.
Ma dov’è l’ostacolo che ancora deve essere superato? È nelle caratteristiche dei segnali chimici che, ancora, devono essere scoperte. Ma la strada è stata aperta e il casello è in vista.
Ettore Collini