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Leonardo, il supercomputer al servizio della ricerca

Con l’inaugurazione ufficiale il 24 novembre scorso, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana e del Ministro dell’Università e della Ricerca, prende il via il supercomputer europeo Leonardo, quarto tra i supercomputer più potenti del mondo, messo in opera dal Cineca e dal Consorzio europeo Leonardo, guidato dall’Italia.

L’INGV è in prima linea nello sviluppo di modelli di supercalcolo (High Performance Computing – HPC), di analisi di grandi moli di dati (Big Data Analysis) e di Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence) applicati alle geoscienze. Coopera, inoltre, per il consolidamento dell’ecosistema nazionale ed europeo contribuendo alla creazione del nuovo Centro Nazionale HPC e Quantum Computing e alle iniziative Nazionali promosse dal MUR.

“La possibilità di elaborare quantità finora inimmaginabili di dati apre nuovi orizzonti e nuovi spazi di ricerca. Partecipare al varo di questa incredibile risorsa è un’emozione vivissima. Un po’ come il telescopio di Galileo, questo nuovo strumento allargherà il nostro sguardo sul mondo rivelando dettagli sconosciuti e regalandoci nuove dimensioni da esplorare, ha dichiarato Micol Todesco, Direttrice della Sezione di Bologna dell’INGV.

Il nuovo supercalcolatore, in grado di eseguire quasi un miliardo di miliardi di operazioni al secondo, costituirà un’infrastruttura europea di punta per il calcolo scientifico ad alte prestazioni e permetterà di affrontare le nuove sfide della ricerca anche nelle scienze della Terra e nello sviluppo di servizi per la società basati sull’utilizzo dei supercalcolatori di ultima generazione. Tra questi, anche le valutazioni scientifiche nell’ambito degli eventi sismici, vulcanici e dei maremoti.

“È un’opportunità incredibile per l’INGV e per tutta la comunità scientifica, soprattutto per i giovani e le giovani ricercatrici che credono nel futuro dell’integrazione di grandi moli di dati nei modelli digitali del sistema Terra”, nelle parole di Tomaso Esposti Ongaro, Direttore della Sezione di Pisa dell’INGV.

Queste ricerche sono sviluppate da INGV nell’ambito di numerosi progetti europei, tra cui ChEESE (Centre of Excellence for Exascale in Solid Earth) per i servizi di calcolo urgente per l’allerta precoce e la valutazione dei rischi in caso di eventi naturali calamitosi, DT-GEO (Digital Twin for GEOphysical extremes) che mira ad analizzare e prevedere l’impatto di tsunami, terremoti, vulcani e sismicità antropogenica, eFlows4HPC (Enabling dynamic and intelligent workflows in the future EuroHPC ecosystem), che punta a sviluppare procedure HPC per la risposta in emergenza alle catastrofi, Geo-INQUIRE, per monitorare e modellare i processi dinamici all’interno della geosfera a nuovi livelli di dettaglio e precisione spaziali e temporali, e il nuovo Centro per le Geoscienze Computazionali recentemente istituito dall’INGV e finanziato in ambito PNRR.

Per il Consiglio Nazionale dei Geologi, il varo di questo nuovo strumento tecnologico è di grande rilievo: “La tecnologia, in continua evoluzione, costituisce uno strumento di contrasto ai rischi naturali, anche nei numerosi casi in cui l’intervento dell’uomo si è posto come elemento di aggravamento delle condizioni di rischio” dice Domenico Angelone, Segretario CNG.

Domenico Angelone

La possibilità di elaborare quantità finora inimmaginabili di dati apre nuovi orizzonti e nuovi spazi di ricerca: “Lo stato attuale della tecnologia nelle rilevazioni satellitari relative a impercettibili movimenti per frane o deformazioni del suolo, quali precursori di fenomeni vulcanici, ha determinato una rivoluzione nelle informazioni rispetto a questi fenomeni impensabile fino al secolo scorso: allo stesso modo, auspichiamo che Leonardo costituisca un ulteriore importante tassello, se non per la previsione deterministica dei terremoti, almeno per l’efficientamento dei sistemi di allerta e per l’interazione tra Enti e tra istituzioni e cittadini” conclude Angelone.