Parte la nuova stagione di monitoraggio della migrazione degli uccelli: al valico Bocca di Caset, in Valle di Ledro, gli operatori e le operatrici del Museo delle Scienze di Trento rispondono a domande e curiosità, con visite guidate il martedì alle 9. Solo nel 2021 sono stati inanellati 11.033 migratori alati, sensibili indicatori dei cambiamenti ambientali. A fine settembre riprende l’attività anche la stazione di Passo Brocon, in Valsugana.
Sopra le colonne di automobili in viaggio verso le mete vacanziere, un altro tipo di traffico anima i cieli delle Alpi. Giunti in Europa solo un paio di mesi fa, i primi migratori sono già pronti a ripartire verso i loro quartieri di svernamento nell’Africa subsahariana.
Nelle notti di agosto, balie nere, luì grossi, bianchi e verdi, cannaiole e stiaccini solcano i nostri cieli, alternandosi al volo diurno di rondoni, rondini e balestrucci che, insieme ai rapaci, sfruttano le correnti ascensionali per spostarsi.
“Le Alpi – spiega Paolo Pedrini, conservatore dell’Ufficio ricerca e collezioni del MUSE e responsabile della stazione di inanellamento Bocca di Caset – sono una tappa fondamentale del loro tragitto, rappresentando uno dei primi ostacoli che li separa dalla meta. Il loro attraversamento si basa sull’adozione di specifiche strategie migratorie, la cui comprensione costituisce un tassello fondamentale per garantire la conservazione di quella componente di biodiversità che transita attraverso le nostre montagne: sfruttano ambienti diversi dove sostare, rifugiarsi ed alimentarsi, quali le zone umide di fondovalle, mentre leggendo i profili delle montagne individuano i luoghi dove è più facile sorvolare le Alpi, come i valichi e le praterie sommitali“.
È proprio in corrispondenza di due valichi che il MUSE – Museo delle Scienze di Trento monitora, ormai da più di vent’anni, la migrazione mediante la tecnica dell’inanellamento: Bocca di Caset e Passo del Brocon. Queste due stazioni, attive dal 1997, sono parte del Progetto Alpi, iniziativa ideata e coordinata dal MUSE con il Centro Nazionale di Inanellamento (ISPRA), che oggi riunisce 13 stazioni distribuite in tutto l’arco alpino e centinaia di collaboratori fra ornitologi, inanellatori e birdwatchers.
La stazione Bocca di Caset, situata nell’omonima area protetta appartenente alla Rete di Riserve Alpi Ledrensi, è pronta ad accogliere visitatori e visitatrici, appassionati o semplici curiosi di passaggio: da martedì 16 agosto, fino al 13 settembre, cominceranno infatti le visite guidate organizzate in collaborazione con la Rete Museale Ledro (ReLed) e la Rete di Riserve, con partenza dal Centro Visitatori di Tremalzo alle 9 (per info e prenotazioni: 0464-508182 Museo delle Palafitte Ledro).
Dopo una breve passeggiata attraverso i boschi, alla scoperta dell’avifauna presente nella zona, i partecipanti avranno la possibilità di osservare da vicino le operazioni di inanellamento, conoscere il funzionamento di una stazione e, dialogando con gli operatori, soddisfare le loro curiosità sul mondo degli uccelli.
Attiva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, la stazione – che nel 2021 ha registrato il passaggio di 11.033 uccelli – è comunque sempre aperta e pronta ad accogliere quanti desiderassero sapere qualcosa in più sull’attività svolta, che proseguirà fino al 28 ottobre (per i gruppi di 10 o più persone, è gradita la prenotazione, contattando il numero 0461-270311).
A partire dalla fine di settembre, al monitoraggio condotto presso la Bocca di Caset si affiancherà quindi quello portato avanti presso il Passo del Brocon, dal lato opposto del Trentino, in Valsugana.