22 giugno 2018.
Una data che per molti potrebbe sembrare vuota, una come tante.
Tranne per gli amanti dello sport, dell’atletica in particolare: una data che rimarrà nella storia sportiva italiana.
22 giugno 2018: data che ha aperto nuovi scenari del possibile.
5 anni fa Filippo Tortu realizzava il primato italiano sui 100mt abbattendo il muro, alzato nel lontano 1979 da Pietro Mennea, dei 10.01 secondi.
Filippo Tortu, prima volta nella storia sportiva italiana, fu il primo a correre sotto i 10 secondi.
Il primatista italiano.
L’apriporta nel mondo delle possibilità, in uno sport che dopo i vari americani e giamaicani, da Carl Lewis a Maurice Green, da Asafa Powel a Usain Bolt, sembrava un traguardo irraggiungibile.
La gara regina dell’atletica, la gara dei 100 metri, è diventata per la prima volta raggiungibile anche da un italiano.
Quel record è rimasto imbattuto per ben tre anni.
Tre lunghi anni in cui nel movimento atletico italiano sono successe molte cose, in cui quel 9.99” ha sbloccato nuove possibilità, ha aperto nuove strade, nuovi allenamenti e nuovi traguardi da raggiungere.
Quel record viene battuto solo nel 2021 da Marcell Jacobs, prima con un 9.95” il 13 maggio al Meeting di Savona, poi con il mitico tempo, che è valso l’oro Olimpico di Tokyo, di 9.80” in quel 1° agosto indimenticabile.
Oggi tutto ci sembra possibile, con un oro olimpico nei 100 metri e un altro nella staffetta 4×100.
Dopo aver toccato questi tempi di gara, sempre finiti in mano a degli intoccabili, tutto ci sembra possibile.
Ma 5 anni fa…
Questa magia che viviamo oggi, questa scintilla che ha innescato tutto è iniziata proprio lì con quel 9.99” di Tortu.
Abbattere il muro dei 10” ha aperto la strada, o meglio la pista, a tutto quello che oggi abbiamo, e che ci sembra così “normale” vivere nell’atletica di oggi.
Oggi Tortu, oltre all’apporto che continua a dare nella staffetta 4×100, mira a fare doppietta nei 200 mt, cercando di battere il record di Mennea di 19.72”, tempo ancora oggi record Europeo imbattuto dal 1979.
Quel 9.99” rimarrà per sempre la scintilla di ciò che oggi è diventata l’atletica italiana a livello internazionale.
Grazie Filippo per aver spianato la strada a ciò che ci sembrava impossibile.
L’articolo ANSA rimasto nella storia.
Alessandra Collodel
Foto di copertina © Colombo/FIDAL