La quarta tappa a Parigi della Wanda Diamond League continua a stupirci e regalarci pagine di storia contemporanea dell’atletica internazionale.
Inizia così il collegamento da Parigi della quarta tappa della Diamond League: un’inquadratura dall’alto dello stadio Charléty gremito da 18.000 spettatori, pronti a essere intrattenuti da quest’avventura che è l’atletica.
Uno stadio così pieno fa ben sperare per le Olimpiadi che si terranno a Parigi l’anno prossimo.
Il parterre di oggi è vario, tra campioni del mondo e olimpionici, ad atleti minori che in oggi vedono una pedana per farsi conoscere e mettere in risalto, con un sacco di atleti francesi, a tenere alta la bandiera.
Gli occhi sono sempre puntati sulle gare di velocità, in queste occasioni, ma la pista ci dà altre sorprese per cui gioire.
Gare fuori onda
Purtroppo la regia internazionale inizia quando alcune gare sono già finite, soprattutto per alcuni italiani.
Nella staffetta 4×100, che purtroppo la regia non ci ha riproposto nemmeno in replay, la squadra italiana è stata squalificata per un cambio troppo lungo, tra la prima e la seconda frazione Desalu-Ricci. Si sarebbero piazzati secondi, con un ottimo tempo per le qualificazioni mondiali di 38.33.
Attualmente già qualificati ai Mondiali come sesti su otto piazzamenti, nella classifica parziale dei tempi ammessi per i mondiali di Budapest, con 38.38″ fatti allo Sprint Festival Relays di maggio. Riuscire a guadagnare qualche centesimo in meno, e magari salire in graduatoria, metterebbe l’animo in pace del nostro team, almeno fino al 30 luglio, ultimo giorno utile per fare i tempi di qualificazione mondiale, ma sarà tutto da rifare.
Asta maschile, grande show di Renaud Lavillenie, il veterano francese della disciplina, campione olimpico di Londra 2012, che a 36 anni continua a saltare – delle signore misure – e regalarci sempre delle grandi emozioni. Se non altro perché continua a darci l’energia sulla possibilità di rimanere sempre un campione che, come direbbe Herr doktor Frankenstein, a 36 anni “Si può fare”.
Asta femminile, in pedana Roberta Bruni, almeno sulla carta, perché l’abbiamo persa ancora prima che la gara iniziasse, ferma a 4,46mt quando le colleghe si iniziavano solo a scaldare, Nina Kennedy finisce addirittura a 4,77mt segnando un season best con brividi.
Stessa sorte per la pedana del salto in alto femminile, in cui Elena Vallortigara si ferma ad una misura di allenamento di 1,79mt lasciandoci l’amaro in bocca per un inizio stagione che speriamo inizi a prendere quota, lasciando alle spalle i blocchi e volando come solo lei sa fare.
L’australiana Nicola Olyslager vola invece sui 2mt, seguita da Vashti Cunningam a 1,97.
Le gare di velocità
Occhi puntati nei 100 metri per il ritorno in pista del connazionale Marcell Jacobs, al suo debutto stagionale post sciatalgia. Al suo fianco Ferdinand Omanyala, il keniano campione nazionale, e Noah Lyles, campione in carica della Diamond League sui 200 metri.
Brilla in questa serata Lyles che si posiziona un solo centesimo davanti a Omanyala che migliora l’abbonamento al 10.05, scendendo a 9.98″, terzo, sempre in scia, Leasly Tebogo.
Jacobs non brilla ma fa un tempo tutto sommato modesto per il rientro in gara e l’esordio stagionale – sfido chiunque a correre dopo una sciatalgia.
Anche i 100mt ostacoli maschile non ci regala nuove emozioni, solo repliche di gare già viste con Grant Holloway che nel saltare gli ostacoli rimane sempre molto composto e concentrato, e che quando appoggia il piede a terra sembra volare, come quei sassi piatti lanciati nel mare dei rimbalzi. 3 rimbalzi, hop e i 100mt volano e si arriva al traguardo in 12.98″ facendo record mondiale stagionale.
I 200mt donne aprono la stagione a Gabrielle Thomas che fa il record stagionale con seconda e terza a parimerito tra Abby Steiner e Marié-josée Ta Lou, visibilmente stanca.
Le emozioni a lungo chilometraggio
Se l’adrenalina solitamente scorre sulle corsie dei 100 e 200 metri, questa serata ci ha alzato i battiti nelle discipline al di sopra del chilometro!
Iniziamo dalla gara delle 2 miglia maschili in cui, un Jakob Ingebrigtsen si posizione come di consueto alla testa della spedizione e da lì sbarca al traguardo senza alcuna turbolenza. 7 minuti, 54 secondi e 11 centesimi di corsa controllata, ma con la voglia di fare il record questa sera.
Lo ricordiamo infatti a Firenze quando a 20 metri dal traguardo rallenta bruscamente facendoci segno in camera “No, non oggi”, come a dire, aspettate ancora prima di vedermi battere un record.
E non si fa attendere.
Ma alziamo l’asticella del chilometraggio e passiamo ai 5000 metri donne.
Il parterre ai blocchi di partenza è mozzafiato, come dicono i cronisti, è una sfida tra Kenia ed Etiopia, al netto di qualche atleta americana o europea.
Ritroviamo il nome di Faith Kipyegon, che settimana scorsa ha fatto il record mondiale sui 1500mt a Firenze.
Ed è lei a guidare la gara: non appena le lepri escono dalla pista, prende il comando e va. I metri di distacco a metà gara diventano 10, 30, 100, dalla seconda e terza in gara. Ha messo la quinta e rispetto alle luci del record mondiale che corrono accanto a lei sul cordolo della prima corsia, si ritrova sempre davanti di una ventina di metri, ma la paura è che gli ultimi due giri calino le forze e venga recuperata.
Così è per il penultimo giro, in cui abbassa il ritmo e si allinea a quelle luci che la guidano nella corsa.
Le atlete dietro di lei recuperano il distacco, ma 50 metri dopo il suono della campana dell’ultimo giro, si sveglia dal torpore e inizia a correre, come se non avesse corso 4600metri prima, come se stesse facendo una gara di 400 metri, in cui gli ultimi 200 li fa con un ritmo nelle gambe sbalorditivo, lasciando tutti a bocca aperta e le due atlete in coda a 2 e 8 secondi di distacco.
Faith Kipyegon è nuovo record mondiale con 14:05.20, un miglioramento di 10 secondi dal precedente record.
Letesenbet Gidey seconda con 14:07.94, e Ejgayehu TAYE terza con 14:13.31, anche loro con tempi al di sotto del record mondiale precedente.
Ultima gara i 3000 siepi maschile, che arriva nel momento in cui pensiamo che il sonno si stia facendo largo nella nostra vita, ma che ci scaturisce non appena ci accorgiamo che oggi, tutto è possibile al di sopra di 1km di gara.
Anche qui, ci accorgiamo subito che chi corre ha dei poteri sovrumani quando, uscite le lepri a guidare la gara, l’atleta Lamecha Girma mette il pilota automatico a ritmo di crociera di 24km/h.
Anche qui sono le luci che inseguono l’atleta, e non viceversa.
A differenza di Kipyegon, Girma è avanti di quasi mezza pista a 3 giri dalla fine.
Fa una gara a sé: salta gli ostacoli con molta cura nel non farsi male, appena atterra accelera ed ogni quarto di gara guadagna ancora metri rispetto a quelle luci.
Sono i 5 minuti più emozionanti dell’atletica. Rallenta un po’, la paura è che non ne abbia più, ma la velocità è sempre superiore ai 20km/h. Manca un giro, deve chiudere il giro a 50 secondi per battere il record, è sempre davanti alle luci, gli ultimi 200 metri corre per inerzia, cerca di mettere tutto quello che gli avanza.
Chiude con 7:52:11 record del mondo.
Una serata adrenalinica a lungo chilometraggio!
Curiosità del Meeting: ogni continente questa sera ha vinto almeno una medaglia d’oro.
Alessandra Collodel
Foto copertina © Wanda Diamond League