La maggior parte della gente pensa ai videogiochi come un’attività ludica esclusiva per bambini e ragazzi. Spesso visti come un rischio per la salute, pochi sanno che invece questi possono essere utilizzati come strumento integrativo a terapie per il trattamento di patologie oppure come strumento riabilitativo ed educativo.
Nonostante lo scetticismo che aleggia in questo ambito, è stato ampiamente dimostrato che i videogiochi hanno un impatto positivo in quanto vanno a stimolare aree del cervello coinvolte in diversi processi cognitivi, come la memoria e il controllo motorio. La sollecitazione di queste aree permette di migliorare la condizione della persona che soffre di determinate patologie.
Per questo scopo, alcuni videogame in commercio sono stati riadattati oppure programmati ex-novo. Per non parlare inoltre delle ultime console con i sensori di movimento che si sono rivelate essere un rimedio alla sedentarietà.
Coinvolti in questa innovativa modalità di trattamento di disturbi e patologie non sono solo i bambini e gli adulti, ma anche gli anziani.
La Dott.ssa Kathrin Gerling, della School of Computer Science, dell’Università di Lincoln, Inghilterra, con la collaborazione della Dott.ssa Regan Mandryk, dell’Università di Saskatchewan, Canada, e della Dott.ssa Conor Linehan della University College di Cork, Irlanda, ha messo in piedi un progetto coinvolgendo per tre mesi due strutture per anziani, diverse fra loro: una offre appartamenti abitativi indipendenti per anziani, quasi auto sufficienti, l’altra è una residenza specializzata per la sussistenza per anziani con difficoltà a muoversi e ad agire in completa autonomia. L’età degli anziani andava dai 70 ai 100 anni (Fonte).
È emerso che gli anziani più autonomi hanno goduto questa nuova esperienza impegnativa e stimolante che ha permesso loro di provare la sensazione di acquisire nuove competenze nel corso della vita.
Inoltre, la cosa che ha sorpreso particolarmente i ricercatori è stato che grazie al gioco gli anziani hanno creato gruppo molto più velocemente rispetto a quello che si è fatto in passato con le classiche attività da casa di riposo.
Non c’è quindi un limite di età per cimentarsi in questo mondo, come lo dimostra Hamako Mori, meglio conosciuta come la Nonna Gamer, entrata nel Guinness World Record per essere la gamer più anziana di sempre (con tanto di suo canale YouTube).
Simone Mosole
Michelle Manias