Torna l’appuntamento con la ricerca “Italiani e Social Media” condotta da BlogMeter, istituto di ricerca associato ASSIRM e leader in Italia nei servizi di Integrated Social Intelligence. Giunta alla sua quinta edizione, la ricerca è stata presentata ieriin anteprima al Marketing Research Forum realizzato da ASSIRM e ha visto il coinvolgimento, attraverso una survey online, di un panel di 1.714 internauti residenti in Italia, di età compresa tra i 12 e i 75 anni, iscritti ad almeno un social network.
Tra gli obiettivi dell’indagine, scoprire cosa ci dicono i social sulla sostenibilità, partendo dall’utilizzo che ne fanno gli utenti.
Per la realizzazione pratica della ricerca, BlogMeter è stata affiancata da due validi e ormai storici partner: lasocietà di full service di data solutionsNorstat, che si è occupata della realizzazione delle interviste, e ACS Marketing Solutions per le elaborazioni statistiche.
Partner d’eccezione dell’edizione 2021, Almed, l’Alta Scuola di Comunicazione dell’Università Cattolica, con cui BlogMeter sta realizzando un progetto di ricerca integrato, ambizioso e innovativo – “Verso la sostenbilità: time to act” – il cui focus sarà appunto la sostenibilità, un tema ormai entrato a far parte della quotidianità di istituzioni, aziende e opinione pubblica.
Quali sono i social più utilizzati?
Il 2021 evidenzia una netta impennata dell’uso di TikTok (utilizzato regolarmente dal 41% degli internauti intervistati) e un leggero calo di Facebook (87%), che si attesta comunque al secondo posto tra i social più diffusi, preceduto da YouTube (90%). Rimanendo nell’ambito dei social propriamente detti, si confermano in crescita Instagram, Telegram e Pinterest, mentre tra i servizi di messaggistica rimane imbattuto al primo posto WhatsApp con oltre il 98% di utilizzatori tra gli intervistati, seguito da Messenger e Skype.
Cosa fanno gli italiani sui social?
La ricerca dimostra come i social siano soprattutto un passatempo per gli italiani: il 46% degli intervistati ha dichiarato infatti di usarli prevalentemente per svago o divertimento, mentre il 34% li utilizza per riempire il tempo in momenti di noia e guardare video. Ma i social hanno anche un risvolto “informativo” e “formativo”: il 28% ha dichiarato infatti di usarli per tenersi informato e il 25% per imparare cose nuove. Non manca ovviamente un uso prettamente legato agli affetti: il 23% degli utilizzatori coinvolti nella survey usa i social per restare in contatto con amici e parenti.
I social e la pandemia
Il particolare momento storico che stiamo attraversando ha inciso inevitabilmente sulle nostre abitudini quotidiane, comprese quelle legate all’uso dei social. Secondo la ricerca condotta da BlogMeter, ben il 39% degli italiani intervistati ha dichiarato di passare più tempo sui social media: di questi, il 45% ha scoperto nuovi social che si sono aggiunti a quelli già utilizzati, il 10% ha sostituito con nuovi social quelli usati in precedenza, mentre il 45% continua a usare gli stessi canali.
La sostenbilità, uno dei temi “caldi” sui social
È ormai risaputo che sui social si parli di un po’ di tutto: tra le tematiche più “calde” del 2021 spicca la sostenibilità. “Italiani e Social Media” fotografa una situazione emblematica: rispetto al 2020, si è registrato quest’anno un incremento del 400% delle conversazioni con focus sulla sostenibilità e un +200% di interazioni sul tema, segno del sempre maggiore interesse degli italiani verso l’ambiente.
Il maggior numero di conversazioni su tematiche ambientali si registra su Facebook – su oltre cinque milioni di conversazioni prese in esame, il 62,34% si svolge su questo social – mentre Instagram è il canale su cui si verifica la gran parte delle interazioni.
A conferma dell’attenzione degli italiani nei confronti dell’ambiente, BlogMeter evidenzia nella sua indagine come ben il 42% degli intervistati spenda di più per prodotti e brand realmente sostenibili e responsabili. Dall’altro lato, però, si registra dell’incertezza circa la percezione del reale impegno delle aziende in tema di sostenibilità: l’87% degli intervistati si trova d’accordo sul fatto che sia difficile capire se un’azienda sia davvero socialmente responsabile e sostenibile, il 75% dimostra anche un certo scetticismo, sostenendo che spesso la green attitude delle aziende sia solo un modo per “lavarsi la coscienza”, mentre il 71% afferma inoltre di non credere pienamente nell’impegno dei brand, il cui unico interesse sembra essere solo il profitto.