Mercoledì sera prefestivo. Vado a festeggiare il compleanno di una cara amica nel locale dove lavora da qualche mese. Guardo un po’ la lista dei vini, i meravigliosi “cicchetti” e penso al Sior Pare, così dico alla mia amica:
- “Proprio bello questo posto, se poi ci cucini tu sicuramente si mangerà da Dio! Prima o poi ci porterò il Sior Pare a cena.“
- “Devi portarmelo! Domani siamo straordinariamente aperti anche a pranzo e faccio la frittura di pesce…”
- “Ok… puoi già prenotare per domani!“
Il mattino seguente chiamo il Sior Pare:
- “Sior Pare, preparite che ‘ndemo a magnar fora. (Sior Pare, preparati che andiamo a mangiare fuori.)”
- “Cossa xe nato? Va ben… par che ora? (Cosa è successo? Va bene… per che ora?)”
- “Mezzogiorno e un quarto ti aspetto giù.“
Come sempre, quando si tratta di uscire per cose belle, il Sior Pare è già tutto bello preparato qualche minuto prima.
- “Ma dove n’demo?? (Ma dove andiamo??)”
- “A Mirano, dove lavora la mia amica“
- “Ah. Bea Miran. Ma to amiga ea Ceffa? (Ah. Bella Mirano. Ma la tua amica Chef?)”
- “Sì sì. Lei. Ieri sera mi ha detto che oggi faceva frittura di pesce“
- “Ah, eora ti ga fato ben! Ti sa che vado mato frittura! Po’, ancùo xe festa, no? (Ah, allora hai fatto bene! Sai che vado matto frittura! Poi, oggi è anche festa, no?)”
Non conoscendo bene le zone a traffico limitato del Paese, nonostante il possesso del contrassegno disabili, decido di parcheggiare fuori dal centro, un modo per fare una passeggiata vista anche la bella giornata di sole.
Passiamo per l’argine di un fiume, come al solito lui si appoggia al mio braccio. La strada è stretta, per cui ogni volta che incrociamo qualcuno, ci dobbiamo fermare e mettere a lato.
- “Vedi papà, se tu ti decidessi a prendere e usare il bastone da cieco non avremmo questi problemi! Sarebbero gli altri a fermarsi e tu potresti passare tranquillo ovunque e ricominciare anche ad attraversare la strada e farti un po’ di passeggiate!“
- “Ma dopo el me intriga, no me va… Po’… me vergogno un fià anca… (Ma dopo mi intriga, non mi va… poi… mi vergogno un po’ anche…)”
Arriviamo al locale, decidiamo per un cicchetto, l’antipasto alla griglia e l’agognata frittura. Intanto si sorseggia un buon vino tra una chiacchera e l’altra. Il posto è davvero molto bello e lui si sente subito a suo agio, si sa, quando si tratta di mangiar e bere bene il Sior Pare non si tira mai indietro! In sottofondo la radio diffonde una compilation di tutti i cantautori italiani degli anni ’70-’80. Non è il suo genere ma comunque sono canzoni che conosce e apprezza. Ad un certo punto esce dalla cucina la mia amica per salutarci:
- “Sior Pare, eora come ‘ndemo? Te xe piasesto? (Sior Pare, allora come andiamo? Ti è piaciuto?)”
- “Ciao Ceffa! Grassie davero sa! Go magnà davero proprio ben! Brava ‘sta fia! E anca che risotin… mama mia cossa che gera! Grassie! Se l’autista me porta mi torno davero più che voentieri! (Ciao Chef! Grazie davvero sai! Ho mangiato davvero proprio bene! Brava sta ragazza! E anche che risottino… mamma mia cos’era! Grazie! Se l’autista mi porta io torno davvero più che volentieri! )”
Usciamo dal locale e vediamo i mercatini in Piazza. Beh, ci sta una piccola camminata per smaltire il lauto pranzo. Io mi fermo subito alla prima bancarella di volontari per la protezione animali e mi prendo una felpa.
- “Ma ti ga tolto quaea? Quea col can?“
- “Figurite papà! Questa ha un gatto che si aggrappa con le unghie…“
- “Come fa sempre quea cancara de Yoshiko! Go tute e gambe sgraffae… Beh, se ti vol, te ea regaeo mi par Nadal, compleanno o queo che ti vol! (Come fa sempre quella cancara di Yoshiko! Ho tutte le gambe graffiate… Beh, se vuoi, te la regalo io per Natale, compleanno o quello che vuoi!)”
Continuiamo il nostro giro e toh, non ci posso credere: il banchetto dell’Unione ciechi e ipovedenti di Venezia! Già lo scorso sabato volevo portarlo perché sapevo fossero in Piazza a Mestre, ma visto il maltempo avevo soprasseduto. Ed eccoci qui. Ci viene incontro una socia che avevamo incontrato l’anno prima quando l’ho portato a fare la visita per l’invalidità. Io la riconosco subito, lei ricorda le voci e iniziamo un po’ a parlare. Ci racconta di tutte le attività bellissime che fanno, i corsi ecc. Il Sior Pare è un po’ così, non sa bene cosa fare. Ad un certo punto lei lo prende, gli mette in mano un bastone e inizia a guidarlo in giro per la Piazza. Gli spiega tutte le funzionalità, le comodità ecc.
Dopo poco arrivano altri soci ipovedenti e si crea un capannello in cui tutti gli spiegano tutti i pro dell’associazione, dell’uso del bastone, si confrontano con i vari problemi quotidiani che ognuno di loro puntualmente affronta. Lui sorride e ci pensa un po’ su.
Riprendiamo il nostro giro, compriamo la classica stella di natale per il compleanno di mia nonna e poi ci avviamo verso la macchina.
- “Ma ti sa che ti ga avùo proprio ‘na bea idea ancùo? Xe stada proprio ‘na bea giornada! (Ma sai che hai avuto proprio una bella idea oggi? È stata proprio una bella giornata!)”
- “Vero? E poi hai anche provato finalmente il bastone! Come ti sei trovato?“
- “Ah sì sì… Bah, par andar a far ginnastica, e gite e ea magnar e bevar se pol far! Ma per el baston o el can… anca no! Bisogna addestrar Yoshiko al massimo! (Ah sì sì, Bah… per andare a fare ginanstica, le gite e a mangiare e bere fuori si può fare! Ma per il bastone o il cane… anche no! Bisogna addestrare Yoshiko al massimo!)”
Ci riproveremo sicuramente a gennaio, in fondo se si tratta di far festa e star in compagnia di certo non si tirerà indietro!