Sono in questa posizione perché voglio star così. Sono io che ho deciso. Ho liberato le mie mani dal desiderio di afferrare, di appropriarmi delle cose, di trattenerle.
Mi sono ritirato dal mondo senza abbandonarlo. Assieme a me puoi trovare la voglia di entrare in quello stato in cui la volontà non esiste più. Lo stato in cui non ci sono più legami con le parole, con le emozioni, i desideri e le relazioni, con i bisogni. Per slegarmi ho frantumato tutti i legami tranne uno, quello che mi lega alla Coscienza.
Mi sembra di cadere esternamente verso me stesso. Cerco parti di me attraverso il labirinto delle parole. Sono colui che pensa e non ciò che viene pensato. Osservo i sentimenti da un mondo impalpabile che è un regno di pace, ma io non sono sentimento.
Sono indifferente pur essendo immerso in un fiume di desideri. Non sono un corpo ma ciò che lo abita. Sacrifico qualsiasi preda per arrivare all’essenza di me. Ritrovo la passione dell’agire nella totale immobilità.
Per trovare la forza del sacrificio mi immergo nel dolore. Mi libero lentamente dall’ego. Entro senza mai fermarmi dentro di me, come se attraversassi un bosco incantato. Non ho nulla, nulla conosco, nulla so, nulla voglio, nulla posso.
Eppure racchiudo l’intero universo, le galassie mi travolgono nei loro vortici e poi svaniscono. Sono come un cielo infinito attraversato dalle effimere nuvole. Che cosa mi rimane? Un solo sguardo, senza un oggetto, consapevole di essere l’ultima, somma realtà. Allora esplodo in pura luce, e divento il centro di una danza d’amore, fonte benedetta a cui si accosta chi ha sete.
Da quell’istante divento aria che purifica ogni atmosfera inquinata. E il mio corpo ingabbiato diventa la terribile sorgente della vita eterna.
Sono solo un cuore pulsante, che spinge la bellezza fino ai confini del mondo. Divento serena dolcezza che trasforma il dolore, divento incessante gratitudine, il varco che trasforma chi è vittima in eroe. Una discesa che eleva, luce viva che fluisce nell’oscurità del sangue.
Maura Luperto