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Il ciclamino, pianta “scaccia guai”, tra storia e leggenda

Il Ciclamino è una bella pianta bulbosa perenne che racchiude numerose specie che traggono origine dalle zone del Mediterraneo orientale. Appartiene alla famiglia delle primulaceae. Il suo nome scientifico, Cyclamen, deriva dal termine greco kuklos che significa cerchio, tale nome è dovuto alla forma del fiore che veniva associata a quella dell’utero femminile; era infatti usato ai tempi dei greci per aiutare le donne a concepire figli. Un punto di vista più romantico e attuale vede il ciclamino pendere a testa in giù sopra uno screziato fogliame verde/grigio, a forma di cuore.

Nel territorio italiano i ciclamini sono molto diffusi, crescono allo stato spontaneo, prevalentemente nelle regioni centro-meridionali, in moltissimi boschi soprattutto di lecci. È quindi molto facile poterli ammirare allo stato spontaneo ma, essendo una specie protetta, non possono essere né estirpati e tantomeno recisi. Il periodo di fioritura del ciclamino è quello autunnale che va da settembre-ottobre fino a marzo-aprile.

In Valsamoggia (vasto Comune del Bolognese che si estende dalla pianura alla collina), che alloggia una delle più vaste distese italiane che pullula di questi bellissimi fiori, i ciclamini sono considerati il biglietto da visita dell’autunno. Chi ama passeggiare nel verde può incontrare in questo periodo dell’anno distese che paiono infinite di ciclamini rosa, “gocce di rosa nel verde”, come  vengono denominati da quelle parti.

STORIA E LEGGENDA – Il ciclamino è conosciuto da tempi molto antichi. Veniva descritto dal filosofo greco Teofrasto, nel 300 a.C., come una pianta utile per eccitare l’amore e la sensualità e tale credenza fu perpetrata seguendo le orme del suo maestro  Aristotele. Plinio il Vecchio (23 d.C. – 79 d.C.),  invece, lo consigliava come amuleto, perché secondo la tradizione del tempo, chi lo piantava veniva protetto dai malefici. L’essenza di ciclamino ha dato vita nel corso dei secoli a numerose leggende e credenze, che attribuivano al fiore importanti poteri magici. Veniva piantato intorno alle case per proteggerle dai malefici, veniva usato per adornare le camere dei novelli sposi per favorire la procreazione, quindi, come augurio di fertilità, veniva e viene tuttora tenuto in casa come ornamento e come strumento per aumentare la sicurezza in se stessi.

MAGIA E SIMBOLOGIA – Per secoli fu considerato la pianta sacra a Ecate, la divinità dell’oltretomba che conosceva le arti magiche e aveva il dono di trasmettere la sua conoscenza e insegnare tutti gli incantesimi. Il ciclamino, per la sua consacrazione alla dea, era detto anche “pianta di Ecate”. Successivamente nel periodo medievale il nome usato volgarmente fu cambiato e il ciclamino venne chiamato pianta del diavolo, proprio per evidenziare il fatto che Ecate fosse legata ai riti magici, e, per la cultura diffusa a quel tempo, legata quindi alla malignità.

DULCIS IN FUNDO: SIGNIFICATO FLOREALE – Nell’antica Roma il ciclamino era considerato un vero e proprio amuleto contro i filtri malefici e le fatture. In tal senso, regalarlo significava voler proteggere una persona dal male. Antiche credenze post-medievali attribuivano al ciclamino una valenza negativa, causa le radici velenose. “Ditelo con i fiori”, recita il consumato slogan dei florovivaisti. Anche oggigiorno la particolare forma dei suoi petali ha determinato l’associazione con l’idea di fecondità: un vero e proprio afrodisiaco. Il ciclamino dunque, può essere anche donato a una coppia come augurio per la nascita di un bambino.

Studi recenti sul significato del ciclamino hanno evidenziato che, grazie al suo profumo, il ciclamino permette di incrementare la sicurezza in se stessi. Leo Kaiti (nella rivista “Piante e profumi magici”) sostiene che l’essenza del  ciclamino «agisce su tutta la personalità e crea intorno a essa un vero e proprio centro di gravitazione», diventando quindi un dono molto pregiato e gradito a donne di classe, empatiche e di forte personalità, capaci di positività e iniziativa anche in situazioni difficili o al limite della disperazione,  o a donne cosiddette “in carriera”, che vogliano accrescere il proprio personale prestigio.

Vincenzo Pisano

Scrittore, Musicista, Informatico