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Influencer dei miei calzari

Ciao, è tanto che non ci sentiamo che fai di bello?

Ehi ciao, vado a buttarmi dal ponte!

Ma sei scemo? Come ti vengono certe idee?

Ma come, l’hanno detto gli “influencer” su Internet. Hanno detto che è un’esperienza fantastica che tutti dovrebbero provare.

E qui nasce un dubbio atroce: chi è il realmente scemo? Io, il folle che si butta dal ponte o l’influencer di turno? Escludendo noi, non è poi così difficile indovinare.

Ok posso capire che negli anni ’90 le Sneaker’s Air Max della Nike fossero andate a ruba, del resto erano sinceramente delle ottime scarpe da basket e da palestra, senza dubbio costose, parecchio costose, ma con una precisa collocazione sportiva (oltre tutto il testimonial era il mitico sua “altezza” Michael Jordan). Ma le scarpe della LIDL? Coi colori delle guardie svizzere del Vaticano? Che accidenti gli ha detto il cervello a chi le ha comprate? Spaventosa, angosciante potenza del marketing “a cannone”. Le scarpe di un supermercato, che fino all’altro ieri sarebbero rimaste anzi sarebbero dovute rimanere ad ammuffire nei cestoni delle offerte a prezzi stracciati, sono diventate un must.

Poi ci accorgiamo che c’è di peggio. Una gentile e piacente signora è riuscita a piazzare, badate bene per “soli” otto euro, una bottiglietta di acqua minerale del valore reale di cinquanta centesimi e che tale miracolosa acqua – solo così si spiega il prezzo esorbitante – sia stata acquistata da migliaia di persone, ciò che stupisce e allo stesso tempo spaventa è il fatto che un semplice nome (e facciamolo ‘sto nome: Chiara Ferragni, moglie del tatuatissimo Fedez) e una ancora più semplice battaglia mediatica siano stati capaci di scatenare una corsa all’acquisto di un qualcosa di assolutamente, ineluttabilmente inutile. Escludendo l’acqua, naturalmente.

E qui deve entrare il gioco il termine stesso di Influencer, che noi abbiamo “rubato al sito GlossarioMarketing.it perché ci è sembrato perfetto: Termine utilizzato in ambito pubblicitario per indicare quelle persone che, essendo determinanti nell’influenza dell’opinione pubblica, costituiscono un target importante cui indirizzare messaggi pubblicitari, al fine di accelerarne l’accettazione presso un pubblico più vasto.

Persone “determinanti” quindi preparate, colte, ferrate in qualche specializzazione (dalla fisica nucleare all’idraulica fai da te non importa)? Anche, forse, ma soprattutto geniali nella capacità di utilizzare piattaforme del tipo Facebook per insinuarsi nei meandri della “Rete”.

La pubblicità è senza dubbio un motore fondamentale per lo sviluppo del commercio, ma se si perde di vista la propria capacità di discernimento e analisi il rischio è di trovarsi invasi da un’infinità di cose decisamente inutili e il portafogli in debito d’ossigeno.

Poi, considerando che siamo ancora in parecchi a non farci influenzare dall’Influencer di turno (squallido giochino di parole, lo ammetto, ma non ho saputo resistere) e che siamo ancora in grado di ascoltare quanto ci viene proposto e di ragionare prima di agire, passiamo a un altro argomento strettamente correlato: ma un Influencer, guadagna? Solo per dare un’idea prendendo ad esempio Cristiano Ronaldo, sì sì proprio lui, spero di aver visto male ma si parla di 800mila dollari. A post! Cioè ottocentomila dollari per ogni anche minima idiozia sparata nel Web.

Scusate, scusate, scusate. Ho scherzato! Vado a fare un corso per Influencer. Cento euro a post? Ma va benissimo, che Dio vi benedica!

Ma che tristezza essere impotenti spettatori del lento atrofizzarsi di tanti cervelli.

EC