Dalla quarta:
Può il colore degli occhi incidere sulla vita di una persona, condizionandola? A seguito di un tentato suicidio, Stella finisce ricoverata in psichiatria e da lì prende le mosse il racconto della sua sofferta esistenza. Costretta a subire il matrimonio con Sebastiano, un uomo potente che non ama, tenterà di ottenere il proprio riscatto attraverso i figli. Santa, la primogenita, riuscirà a crearsi una vita indipendente. Carmelo avrà invece un’esistenza tormentata fin dalla nascita, quando il padre lo rifiuta perché non ha gli occhi neri come i veri “masculi siciliani”. Se avessi avuto gli occhi neri è anche un affresco della Sicilia dai primi del Novecento a oggi, che esplora la condizione delle donne siciliane, l’evolversi della famiglia, i mutamenti della società. Un viaggio alla ricerca di identità negate, della propria verità e del difficile percorso per accettarsi ed essere accettati. Una saga familiare dall’imprevedibile finale.
Se avessi avuto gli occhi neri è un romanzo dalla struttura particolare, si tratta di una storia a incastro che viene narrata con un sapiente utilizzo del flashback.
Il suo incipit è ambientato a Catania in epoca attuale, la voce narrante è quella di uno psichiatra, Umberto, il quale viene contattato da una collega poiché è necessario il suo intervento: Stella Santoro, classe 1923, è stata ricoverata per un tentativo di suicidio. Umberto, durante la visita, cerca di comprendere le ragioni che hanno spinto la donna a un atto così estremo. Stella dapprima è restia e non si apre ma la perizia dello psichiatra alla fine vince la diffidenza della donna.
Stella così inizia a raccontare una storia dalle radici lontane che ha come palcoscenico l’entroterra siciliano dei primi decenni del Novecento.
Se avessi avuto gli occhi neri è una saga familiare e uno spaccato di storia e di costume capace di non indulgere al sentimentalismo.
È anche una riflessione acuta sulla condizione della donna, il problema dell’identità di genere e l’importanza dei rapporti familiari a cui l’autore perviene partendo dalle le ragioni psicologiche che hanno condotto Stella al suicidio. Tematiche che l’autore gestisce con la destrezza di chi conosce gli attrezzi del mestiere, dato che egli stesso è un medico psichiatra.
È, in fine, un romanzo di formazione perché presenta al lettore, Stella Santoro, la vera protagonista del romanzo dapprima come una giovane vibrante di entusiasmo, piena di speranze per il suo futuro, poi nelle vesti di una donna ottantacinquenne, lucida e disillusa dalla vita. Una vita che il marito Sebastiano ha negato a lei e suo figlio Carmelo, colpevole di non avere gli occhi neri, ma che ancora le riserva un finale imprevedibile. Al lettore scoprirlo.
Maria Elisa Aloisi