Il maresciallo Ferraris ha una certa dimestichezza con aule di giustizia e tribunali. Per anni ha svolto il suo lavoro con zelo ed è stimato nel suo ambiente.
Ma il processo che stavolta lo attende, non è normale routine: perché è lui stesso a essere imputato. Il maresciallo, infatti, nel tentativo di sventare una rapina, per difendersi, è stato costretto a fare fuoco e ha ucciso Innocent, un immigrato clandestino autore del reato.
Il pubblico ministero, Laura Fontana, decide di aprire un fascicolo a suo carico per omicidio colposo. La donna nutre motivi di astio nei confronti della polizia giudiziaria e inoltre l’incidente in cui Ferraris è coinvolto le sembra il pretesto perfetto per avere un po’ di notorietà: si tratta del tipico caso che attira l’attenzione dei media e dunque non vuole farsi sfuggire l’occasione.
Ferraris assume come difensore l’avvocato Ermes Bellavia.
L’opinione pubblica, come era prevedibile, si divide. Il maresciallo viene attaccato dal giornalista Paloschi e dall’avvocato di parte civile durante una gogna processuale che si protrae per ben undici mesi, un periodo che al protagonista sembra interminabile ma che nella prassi giudiziaria è purtroppo quello della ordinaria definizione di un processo.
La storia procede con la suspence del legal thriller alla quale si uniscono gli elementi tipici del noir. Un mix che risulta innovativo e vincente così come le tematiche trattate.
Da una parte abbiamo il razzismo. Ferraris ha esploso il colpo perché riteneva davvero di trovarsi in pericolo oppure ha usato questo pretesto per far fuoco nei confronti di un uomo di colore?
Dall’altra, l’annosa questione relativa ai limiti della legittima difesa: quando questa scriminante può ritenersi davvero operante e quando invece corre il rischio di trasformarsi in una vera e propria licenza di uccidere?
Scorrendo le pagine di Innocent ci si sorprende a riflettere su questi quesiti insieme a Ferraris, un personaggio con il quale è facile entrare in empatia, nonostante sia chiamato a rispondere di un’imputazione così grave.
«Maresciallo, sia sincero, se dovesse ritrovarsi nella stessa situazione, dopo quello che le sta accadendo, dopo un’accusa di omicidio colposo, dopo un processo che la vede imputato, farebbe le stesse identiche cose, oppure questa volta si girerebbe dall’altra parte?»
«Agirei nello stesso modo.»
«Sparerebbe ancora?»
«Per salvare me o altre persone innocenti? Sì. Sparerei ancora.»
Ferraris è un personaggio che ben si presta alla serialità e che il lettore, dopo averlo conosciuto, si augura di ritrovare presto in libreria magari coinvolto, questa volta, in una nuova avventura in cui, come è giusto che sia, si sia riappropriato del suo ruolo di investigatore.