Si narra che nel 1850, durante la corsa all’oro, in una piccola località del Nevada, un minatore aveva comprato un terreno dove scavare la propria miniera alla ricerca del prezioso materiale.
Scavò per mesi e mesi senza successo. Lo portava avanti solo la speranza poiché era certo che avrebbe trovato l’oro o l’argento.
Passarono le stagioni e aveva scavato per diversi chilometri nelle viscere della sua terra. Sudore, calli, sangue. Piloni, picconi distrutti e giorno dopo giorno quella speranza si andava affievolendo finché un giorno disse basta.
Lasciò conficcato il suo piccone nella parete di fondo della miniera e se ne andò.
Vendette la miniera scavata con tanta fatica per pochi soldi.
La proprietà venne acquistata per poco denaro da un nuovo proprietario che volle subito andare a fare un sopralluogo per vedere ciò che aveva comprato. Entrò nella miniera e la percorse tutta. Quando si trovò alla fine dell’ultimo cunicolo vide il piccone del vecchio proprietario ancora conficcato nella parete.
Lo sfilò e venne giù tutta la roccia intorno rivelando il filone d’argento più grande e famoso della storia americana chiamato Comstock. Era il 1852.
Tanto sudore, calli, fatica ma… Sarebbe bastata una picconata in più per arrivare al traguardo.
Una picconata in più…
Come disse Eliot Ness, il poliziotto nel film “Gli intoccabili”: “Mai smettere di lottare finché l’incontro non è finito!”
Puoi ascoltare questa audio favola generativa su YouTube https://youtu.be/QbOGIaHKv8U
Paolo Abozzi www.paoloabozzi.it