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Il terminatore

Sinossi

Anna è una giovane tenente del Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri. È stata la migliore del suo corso ed è solo per un amore finito male che ha rinunciato a proseguire la propria carriera nei servizi segreti. Conosce il proprio lavoro alla perfezione e la sua fedeltà all’Arma è assoluta, ma quando viene chiamata per un caso di omicidio all’Ex Mattatoio di Roma, le sue certezze vengono messe a dura prova. Ogni pista sembra inconcludente e la stampa ha trovato terreno fertile per portare avanti un sensazionalismo sfrenato, ma non sarà solo il presente a stringere Anna in una morsa senza scampo. Il passato sarà un avversario ancora più terribile quando porterà alla luce il dolore per una ferita che nemmeno il tempo è stato in grado di cancellare. Lo farà nel modo peggiore, mostrandole in una foto la morte dell’uomo che, appena adolescente, le ha tolto l’innocenza e il futuro. Chi le ha mandato quell’immagine? Perché? Casi e indagini si susseguono, sovrapponendosi in un caleidoscopio di grigi, ma che presto la faranno sprofondare nel nero più assoluto. Ma è solo quando non si ha più niente da perdere che si ha l’opportunità di trovare sé stessi.

Recensione

Il terminatore o zona crepuscolare, è la linea più o meno fittizia che delimita la parte illuminata da quella in ombra della Terra. Hai mai visto le immagini disegnate del globo con una metà nera e l’altra illuminata? Quella linea è il terminatore.

Roma è sconvolta da una sequenza di omicidi.

Le vittime appartengono all’alta borghesia.

Tutte persone irreprensibili, in apparenza.

E con niente in comune, in apparenza.

Il terminatore è un thriller scritto a quattro mani da Leonardo Di Lascia e Francesca Petroni.

L’azione inizia in media res, con il tenente Anna Forte e il maresciallo Armando Mari che, mentre effettuano la loro ronda notturna, vengono informati del ritrovamento di un cadavere, o, per meglio dire, di una parte di esso. Giunti sul luogo del delitto si rendono conto che quella a cui stanno assistendo è una rappresentazione teatrale messa in piedi da una mente malata e allo stesso tempo straordinariamente lucida: la testa mozzata di un uomo, truccata per metà da donna, che custodisce in bocca la fede nuziale appartenuta alla vittima. La scenografia è completata da un cerchio di margherite fresche che fa da cornice alla testa.

Mentre le indagini sono in corso e gli inquirenti cercano di decifrare il messaggio che sta dietro a questo assassinio e alla sua presentazione, ne avviene un altro e poi un altro ancora. Stesso modus operandi: la squadra del tenente Forte non ha più dubbi, quello che cercano è un assassino seriale.

La stampa lo ribattezza il Terminatore.

La trama principale si intreccia abilmente con altre due, entrambe collegate alla figura del tenente Forte, al suo passato, in cui si nasconde un segreto terribile, e alla sua vita privata.

Ma chi è Anna Forte?

È il primo capitolo a presentarcela.

La migliore del suo corso, in Accademia, una laurea in Giurisprudenza e una brillante carriera sul campo prima di approdare al Nucleo investigativo di Roma.

Progettava, un anno fa. Immaginava una casa da condividere, forse anche un anello. Voleva una vita normale. Questa, forse, è stata l’unica illusione che si è concessa nella vita: convincersi che avrebbe funzionato. E invece no. Troppo dura vivere con una donna che porta in dote notti di sveglie improvvise e giornate di lavoro interminabili. Ma ancora più difficile è amare una donna che porta addosso i segni della propria sconfitta.

Anna è un tenente dei Carabinieri, ma è anche una donna abusata e, nel corso di questa storia, diventerà qualcos’altro ancora, con una evoluzione che sconvolgerà lei stessa e il lettore.

La narrazione è mista. Mantenendo un tempo presente, passa dai capitoli in terza persona con focalizzazione su Anna a quelli in prima, dove a raccontare è l’assassino.

Il doppio punto di vista è interessante ed emotivamente coinvolgente: sembra di passare da un’inquadratura di largo respiro, quando la focalizzazione è esterna, a una stretta, quasi zoomata, nel momento in cui la descrizione passa attraverso lo sguardo del killer.

La risoluzione del caso non ha nulla di scontato, né il lettore ha la possibilità di prevederla, nonostante gli indizi seminati dagli autori: Anna ce lo aveva già detto che il male spesso è in piena vista, troppe volte nei luoghi della nostra sicurezza, solo che questo epilogo è davvero al di là di ogni immaginazione -quanto meno della mia-.

Scopriremo da cosa deriva la sete di giustizia che arma la mano del Terminatore ma ci ritroveremo a chiederci se determinati eventi della vita non siano in grado di modellare l’esistenza di ciascuno di noi fino a spingerci in quella zona che non è né luce né buio, né bene né male, né giusto né sbagliato.

Ci chiederemo se un giorno qualsiasi anche noi potremmo trovarci sulla linea del Terminatore.

Se una persona chiunque può diventare Il Terminatore.

Claudia Cocuzza