Gli Etruschi rivivono al MANN di Napoli: 600 reperti e 200 opere visibili per la prima volta
“Cista” etrusca (contenitore per oggetti da toeletta femminili)

Una mostra eccezionale “Gli Etruschi e il MANN” è in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fino al 31 maggio 2021. Saranno seicento reperti che saranno presentati al pubblico per la prima volta dopo essere stati impegnati in una lunga campagna di studio, documentazione e restauro.

L’exhibit nasce tra l’altro dalla rete stabilita con il Parco Archeologico di Pompei, dove è stata ospitata la tappa iniziale del percorso con la mostra “Pompei e gli Etruschi” che ha fatto seguito con le mostre “Egitto Pompei” (2016) e “Pompei e i Greci” (2017), esposizioni che hanno confermato la collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei ed il MANN.

L’esposizione abbraccia un arco temporale di circa sei secoli (X- IV sec. a.C.) e definisce un percorso di indagine che, sulle orme degli Etruschi, cerca di ricostruire le fondamenta storiche di questa popolazione, la cui grandezza derivava anche dal controllo delle risorse di due fertilissime pianure (quella padana nel Nord e quella campana nel Sud). La storia della scoperta della Campania etrusca si configura, quindi, come uno dei capitoli più avvincenti della ricerca archeologica in Italia e nel Mediterraneo.

Il MANN, “Museo della capitale di un Regno – dice il direttore Paolo Giulierini – vanta collezioni sterminate derivate sia da scavi che da acquisizioni come, ad esempio, quella del bronzetto dell’Elba, il reperto più antico ritrovato sull’isola toscana”. Nei depositi del museo c’è la testimonianza di una Campania centrale nel Mediterraneo e da sempre coacervo di popoli: Greci, Etruschi e Italici, a conferma che la ricchezza della cultura del Meridione sta nella diversità e nella contaminazione.