Guida Galattica dell’Incompletezza
È stato costruito il computer più importante di tutti i tempi, il Pensiero Profondo. Alcuni scienziati situati su piano di esistenza diverso dal nostro attendono con ansia LA risposta ALLA domanda sottoposta al grande calcolatore. In poche parole gli uomini vogliono conoscere quale sia il senso della vita, dell’universo e di tutto quanto.
La macchina, dopo miliardi di anni, comunica la seguente risposta: 42.
Gli uomini sono scioccati! 42 non vuol dire nulla! Il senso della vita è… 42?!
Insoddisfatti chiedono spiegazioni e la semplice apologia che Pensiero Profondo fa è: la domanda era sbagliata. Con una domanda stupida, non si riceverà altro che risposte stupide. La macchina decide quindi di iniziare a costruire un’altra grande macchina, più intelligente della precedente, in grado di trovare la domanda giusta. La macchina si chiamerà Terra.
Questa è una delle perle più importanti lasciateci da Douglas Adams nella sua Guida Galattica per Autostoppisti . Ma introduciamo un altro personaggio nella faccenda: il matematico/logico Kurt Gödel. Nel 1930 questo personaggio creò un’onda anomala con i suoi teoremi sull’incompletezza nel campo della conoscenza umana. Ovviamente non staremo qui a parlare dei dettagli matematici, diamo solo un’occhiata alle sue intuizioni.
Secondo Gödel, se noi decidessimo di interrogare un sistema coerente, cioè un qualsiasi ragionamento logico che porta a identificare un’affermazione come vera o falsa, nel caso in cui l’affermazione sia valutata come vera, questo risultato sarà indimostrabile (ovvero il sistema non sarà capace di verificare realmente la veridicità dell’asserzione), nel caso in cui l’asserzione risulterà come falsa, sarà dimostrabile la sua falsità ma non si sarà giunti a nessun punto fermo, visto che creiamo sistemi per arrivare a un punto fermo.
Quindi se noi costruissimo il più perfetto tra i computer, il nuovo ultra mega MacBook Extra Pro 19978 (computer ovviamente inventato, ma non improbabile), questo sistema sarà sempre incompleto. Pensiero Profondo non trova, o almeno trova suo modo, il senso della vita. Risposta inaccettabile per la mente analitica degli uomini. 42 è una risposta sbagliata? È una risposta giusta? Chi ha detto che il numero 42 non sia effettivamente il senso della vita? Io sono di questo avviso.
Se noi poniamo domande che palesemente non possono avere delle risposte basate su verità a priori, o meglio, delle verità matematiche, logiche, ciò che possiamo ricevere indietro è insensatezza. Chiedere quale sia il senso della vita ci porta in una condizione alquanto metafisica, e come tale indimostrabile (molti filosofi si arrabbieranno). Stessa questione con la fede: è insito nella parola stessa, fede, ancorarsi a una verità impossibile da vedere con gli occhi carnali. Come nei sistemi di Gödel, ogni risposta è indimostrabile; risposta che vive in un limbo di verità/falsità. Ripeto: anche il più perfetto calcolatore non può dimostrare le sue esattezze.
42 è la risposta ideale. È quello schiaffo che freudianamente ci richiama alla realtà e che ci dice: non esiste un senso ultimo e, contemporaneamente, primo.
La Guida ci dice che la macchina più intelligente in assoluto è quella che crea domande, quelle giuste. Ma la dura realtà è che queste domande, per quanto giuste possano essere, non avranno mai una risposta vera.
Seguendo le orme del filosofo Sartre: l’esistenza precede l’essenza. Ognuno è per la propria realtà un demiurgo, e il senso nasce dalle nostre mani. Ma questo risveglio non può avvenire finché non apriamo gli occhi, ovvero, smettiamo di porci le domande sbagliate.
Matteo Abozzi