Intervista a Edoardo Guerrini

Ciao Edoardo, e grazie di aver accettato il nostro invito su Il Giornale delle Buone Notizie! Io sono molto emozionata perché è la mia prima intervista ufficiale.

Cominciamo a parlare del tuo romanzo, Il Lago Verde. Innanzitutto, questo lago esiste davvero, o è frutto della tua fantasia? Sembri conoscere molto bene i luoghi in cui il romanzo è ambientato, sono tutti parte della tua quotidianità?

Allora, per i luoghi mi sono ispirato alla mia esperienza professionale al settore ambiente della provincia di Novara, dove ho lavorato dal 1999 al 2010. In generale, dove ci sono giacimenti di sabbia e ghiaia sfruttabili anche al di sotto del livello della falda acquifera, si creano, scavando, dei laghi artificiali che poi molto spesso assumono un aspetto molto simile a quello dei laghi naturali. I luoghi, in effetti, li avevo impressi negli occhi e nella mente, anche se ovviamente non esiste un luogo del tutto corrispondente a quello del romanzo.

Veniamo a Ettore Esposito. Quel che mi ha colpita di più di questo personaggio è che sembra di incontrare un vecchio amico di scuola, una persona come noi. A chi ti sei ispirato per crearlo? C’è un po’ di Edoardo in Ettore? E se sì, che cosa, e in che cosa invece siete diversi?

Vediamo un po’: innanzitutto, quando ho creato il personaggio di Ettore, all’inizio del 2015, ho deciso che doveva avere un nome con la “E”, come il mio, e un cognome di origine napoletana, come lo è la mia famiglia, così è nato Ettore Esposito. Parto da lontano: Ettore nasce come uno dei protagonisti del mio primo romanzo, Senza fili, impersonando il nipote di Alberto Sommese, personaggio tutt’altro che di fantasia. Sommese in realtà era Alfredo Angrisani, mio nonno materno originario di Somma Vesuviana, all’epoca era maggiore dei carabinieri e si trovò a operare alle prime indagini sulla strage di Portella della Ginestra. Di questo parla Senza fili, e poiché in quel libro volevo parlare anche dei primi anni ’90 e di altri eventi come il maxiprocesso alla mafia e ciò che ne segui’, decisi che ci voleva un nipote. Quindi Ettore nasce un po’come un mio alter ego, ma da subito ha acquisito vita propria parecchio diversa dalla mia. Ettore è un personaggio estremamente curioso e molto orientato a cercare la verità. Quando ho iniziato a lavorare al lago verde, il protagonista aveva un altro nome. Ma non mi convinceva, infatti mi ero bloccato e non riuscivo a proseguire. Fu durante una vacanza al mare, quando il relax agevola la percezione mentale, che capii che doveva essere Ettore a “fare” quel personaggio. Così, anche se lo avevo lasciato a Roma a lavorare in un importante quotidiano nazionale, lo feci trasferire al Nord e prendere il ruolo di commissario capo della polizia provinciale. Il cambiamento, mi sembro’ evidente, doveva comportare anche un diverso menage familiare, e così Ettore, prendendo strade diverse dalla mia, cambiò vita restando single, con una separazione che diventa fondamentale nella trama del romanzo.

Nelle note in appendice al romanzo racconti un po’ di come ti sia trovato a lavorare sugli argomenti affrontati nel libro, anche se in un momento successivo a quello in cui lo hai scritto. Vuoi parlarcene?

Certo, come ho accennato sopra già nel corso della mia attività a Novara mi sono trovato a operare nel campo delle cave e degli impianti di gestione di rifiuti. Poi sono tornato a lavorare a Torino, prima in provincia e poi dal 2017 al settore polizia mineraria, cave e miniere della Regione Piemonte, dove ho avuto modo anche di gestire una diversa regolamentazione del settore, anche orientata alla tutela ambientale oltre che ad assicurare che queste materie prime, essenziali per settori importanti come quello edilizio, arrivino sul mercato nel modo più corretto possibile.

Ultima domanda, d’obbligo: Ettore è il tipo di personaggio che si presta alla serialità (e del resto Il Lago Verde non era la sua prima avventura). Possiamo aspettare di leggere ancora delle sue avventure? Puoi anticiparci qualcosa?

Ahah, in effetti per ora sto lavorando a un altro personaggio, piuttosto differente, un napoletano che si chiama Antonio Sanvitale, che si trova a investigare “per caso”, e che ha un genitore celebre che ora non posso svelare. Ma non escludo prima o poi di riprendere anche il personaggio di Ettore.

Grazie mille e buone scritture!

Denise Antonietti