Intervista a Santino Mirabella

A cura di Maria Elisa Aloisi.

Ciao, Santino. Il tuo ultimo romanzo è un giallo: Un futuro da ricordare. Presentati ai nostri lettori e presenta il tuo libro.

Un futuro da ricordare è un amico che mi è venuto a trovare, una storia che si è raccontata da sola mentre io mi sono limitato a trascriverla più fedelmente possibile. È un c.d. cold case che coinvolge i due protagonisti, controvoglia e paralleli tra loro, così come è parallela la loro vita e la loro indagine. Ognuno di loro ricostruisce un pezzo di storia e tocca al lettore, seguendo la lezione del Pasolini di Scritti Corsari, far combaciare il puzzle. E così, dopo più di mezzo secolo di libri (ho cominciato a scrivere a sei anni…) mi sono trovato in mezzo a un giallo per la prima volta.

Da quale spunto parti per scrivere?

I miei libri mi prendono la mano e per mano. Lo spunto può essere il più vario, ma spesso, sembra poco credibile ma è così, parto da un titolo che mi emoziona e gli ricavo attorno una storia che gli dia un senso. Una sfida con me stesso, lettore interattivo delle mie stesse opere.

Come organizzi la stesura?

E così, dopo essere stato assalito dalla voglia, mi siedo al computer per vedere dove va a finire. Alla fine devo rileggere per vedere se l’inizio ha mantenuto coerenza con la fine…

Hai un rituale?

Il mio rituale si riassume soprattutto nella musica da scegliere a seconda dell’umore o del tipo di storia. Dopo averla scelta, la musica mi avvolge e scrivo al computer quasi di corsa. Non potrei scrivere a mano: sarebbe più romantico, ma non riuscirei a starmi dietro, scrivo più velocemente della mano nuda.

Come concili il tuo lavoro di giudice con quello di scrittore?

Il mio lavoro di Giudice purtroppo limita il mio tempo da scrittore e devo accontentarmi dei ritagli. Per questo scrivo quasi esclusivamente di notte. Ma da quando pubblico, cioè solo da 15 anni, da Giudice mi sento stilisticamente più libero. È lo scrittore che ha regalato molto al Giudice, mai viceversa.

Consiglia un libro ai nostri lettori.

Consigliare un libro è sempre un problema, il consiglio segue i tuoi gusti e non necessariamente quelli del tuo interlocutore. Se devo scegliere, comunque, consiglierei Vita di uomini illustri di Achille Campanile per l’ironia; Il gioco dell’angelo di Carlos Ruiz Zafon per la magia dei dialoghi; Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand per la magia; qualunque libro di Gianni Rodari per la fantasia; qualunque libro di Giovannino Guareschi per tutto questo insieme.

Parlaci dei tuoi progetti futuri.

L’anno che ci aspetta mi porta in dotazione più libri a 4 o più mani: una guida per scrittori di fiction scritta con Maria Elisa Aloisi, la seconda puntata di un romanzo onirico scritto con il grande Enzo Trantino, un libro sugli attori siciliani di teatro scritto con Francesco Tosto e una antologia di racconti gialli per la Mursia edizioni. Poi andrà in scena un recital itinerante con Miko Magistro, ideato da me per omaggiare un grande attore come lui.