Intervista a Luca Di Gialleonardo e a Liudmila Gospodinoff
Benvenuti a Luca e Liudmila, autori di “Anco Marzio. L’ultimo sabino” insieme a Franco Forte.
- Non è il primo libro che scrivete insieme. A giugno, nella prestigiosa collana del Giallo Mondadori, è uscito “Il paradosso dell’arciere”. Com’è nato questo fruttuoso sodalizio letterario?
LUCA: Ci siamo conosciuti durante un corso online organizzato da Franco Forte, per poi incontrarci di persona durante un viaggio a Cattolica per partecipare al MystFest. Da allora la nostra amicizia si è consolidata e in un successivo viaggio sempre verso Cattolica ho proposto a Liu di scrivere qualcosa insieme, dato che apprezzavo tantissimo la sua creatività. Qualche tempo dopo lei mi ha proposto di riprendere dei personaggi di un mio romanzo e scriverne uno nuovo insieme, per partecipare al Premio Tedeschi. Non vincemmo, ma “Il paradosso dell’arciere” era piaciuto lo stesso a Franco Forte che ci ha poi proposto di lavorarci per poterlo pubblicare. Visto che ci eravamo trovati bene, ci siamo poi offerti di lavorare insieme con Franco quando è partito il progetto dei Sette re di Roma.
- Dal giallo al romanzo storico: qual è il genere che è più affine a ciascuno di voi?
LUCA: se i personaggi ci conquistano non importa il genere. Siamo entrambi portati a scrivere di tutto e alla fine quello che conta è la storia che vogliamo raccontare.
- Cosa si prova a vivere nella Roma del VII secolo a.C.? Immagino che, se il lettore si immedesima nel periodo storico per il tempo della lettura, per gli autori si tratti di un vero e proprio viaggio nel tempo per mesi e mesi.
LIUDMILA: Calarci in un periodo così arcaico, selvaggio e cupo è stato estremamente affascinante. Eravamo abituati alla Roma imperiale o al massimo a quella repubblicana. Ma la Roma arcaica è qualcosa di sconosciuto e ci ha fatto vivere una bella avventura.
- Anco Marzio è un personaggio complesso. Come vi siete approcciati alla sua caratterizzazione? Quanto c’è di verità storica nella ricostruzione che ne avete fatto?
LUCA: Tutto quello che abbiamo scritto è partito dalle fonti storiche che a loro volta sono figlie della leggenda che gli storici romani hanno voluto creare per narrare la nascita di Roma. Ma ogni leggenda nasce da qualcosa di vero. Per questo noi e gli altri autori di questa saga abbiamo provato a immaginare quali eventi possano aver ispirato quelle leggende. Ma le fonti raccontano i fatti, un romanzo deve raccontare una vita, un personaggio, delle emozioni.
LIUDMILA: Nel nostro caso in particolare, le fonti entravano veramente poco nel dettaglio sulle caratteristiche personali di Anco Marzio (Numa era il re religioso, Tullo il guerriero…) e quindi abbiamo potuto creare un personaggio quasi partendo da zero, divertendoci spesso a impostare la trama in modo da rendere contemporaneamente valide anche fonti storiche divergenti.
- “Anco Marzio” è il quarto re di Roma e il quarto libro della collana. Potete raccontarci qualche “dietro le quinte” di un progetto così importante?
LUCA: Il lavoro di preparazione è stato lunghissimo. Prima di metterci a scrivere, tutti i quattordici autori hanno dovuto coordinarsi, nella raccolta del materiale storico, nella costruzione di una timeline che fosse coerente per tutti i romanzi e quindi nella stesura di trame che non fossero autonome, ma che potessero intrecciarsi in tutti i romanzi, facendo attenzione che anche nel raccontare la stessa scena, lo si facesse in modo da non annoiare il lettore che seguiva tutta la serie. Per quanto ci riguarda, abbiamo lavorato a stretto contatto con gli autori di Numa Pompilio, nonno di Anco, per fare in modo che il nipote potesse raccoglierne l’eredità, ma soprattutto con gli autori di Tullo Ostilio e Tarquinio Prisco, con cui Anco Marzio ha interazioni molto importanti.
- Avete già in serbo una nuova idea su cui lavorare insieme?
LIUDMILA: Ho notato spesso che lavorare a quattro mani porta a superare i propri limiti, con risultati molto soddisfacenti. Porteremo avanti progetti personali, ma di certo troveremo un modo di lavorare di nuovo insieme.
Grazie per la vostra disponibilità e un grande in bocca al lupo dai lettori de “Il giornale delle buone notizie”.
Claudia Cocuzza