Intervista con l’autore: Anna Visciani

Anna Visciani è un medico neuroradiologo, vive a Milano con la famiglia e un gatto. Pubblica nel 2014 con Giunti il memoir “SE ARIANNA – storia vera di una famiglia diversamente normale” con un ottimo successo di critica e di vendite dovuto, oltre che al contenuto, all’originalità della struttura.

Elisa: Come nasce l’amore per la scrittura?

Anna Visciani: Per quanto mi riguarda non parlerei di amore per la scrittura ma di necessità di scrivere.

Nel momento in cui mi sono resa conto di avere delle cose da dire, e di sentire il bisogno di farle conoscere, mi sono messa a scriverle. Tutto quello fatto prima era solo un esercizio di scrittura perché, in realtà, era banale e non particolarmente originale nel contenuto e nella forma.

Credo che la differenza tra chi scrive e uno scrittore sia proprio nel contenuto. Raccontare una storia fatta di tanti episodi non basta a creare un romanzo. Deve esserci un contenuto, qualcosa che vada al di là della semplice narrazione, che leghi il tutto con un significato più profondo.

Elisa: Quali sono gli scrittori che più ti hanno ispirato?

Anna Visciani: Non credo di essermi ispirata a qualche autore in particolare. Sicuramente la mia scrittura risente dell’influenza di tutto quello che ho letto in passato (molti autori italiani) ed è cambiata nel corso degli anni. Per capirci, sono passata da una scrittura piuttosto convenzionale a una più moderna, più asciutta e più ritmata, in un certo senso accogliendo la tendenza attuale delle donne scrittrici dell’ultimo periodo.

Non amo descrizioni lunghe e ridondanti. Preferisco pochi tratti, pennellate che siano sufficienti a evocare una sensazione, a stimolare l’immaginazione di chi legge. Ogni parola è pesata e valutata prima del suo utilizzo. Questo nel tentativo di raggiungere uno stile mio, personale, cosa che credo sia in assoluto la più difficile. Si scrive molto, ma è tutto molto simile. Chi emerge è perché ha quel qualcosa in più: il suo stile.

Elisa: Alcuni scrittori progettano la storia, il sistema dei personaggi, scrivono scalette, altri procedono in modo istintivo. Tu a quale categoria appartieni?

Anna Visciani: A mio avviso per uno scritto la progettazione è fondamentale. Devono essere chiari il punto di partenza e il punto di arrivo. Poi in mezzo ci si può mettere tutto quello che si vuole, ma è necessario che ci sia una logica nella narrazione, con un inizio e una fine (ovviamente anche il finale aperto è una scelta di finale). Poi la storia può procedere autonomamente con la fantasia e la creatività necessarie a costruire un romanzo ma, per me, l’aspetto più importante è la coerenza.

Stessa considerazione per i personaggi, che possono di sicuro cambiare le loro caratteristiche nel corso del racconto, ma sempre con una logica sottostante. Che un buono diventi improvvisamente cattivo (o viceversa) è possibile ma ci deve essere una ragione, una spiegazione del cambio di comportamento, quale che sia.

Per questo i racconti di fantascienza e quelli distopici (di qualità) sono utilissimi per seguire gli improvvisi capovolgimenti di situazione, sempre però coerenti e finalizzati al raggiungimento del finale.

Elisa: Dai un consiglio a chi sta iniziando ad approcciarsi alla scrittura.

Anna Visciani: A chi si approccia alla scrittura posso dare il consiglio che danno tutti: leggere.

E leggendo diversi autori fare caso con attenzione ai diversi stili, inquadrandoli nel periodo storico in cui sono vissuti gli autori. Un altro consiglio è quello di “investire” sul proprio lavoro. Non basta la rilettura di parenti e amici non qualificati per farlo. Il compito di un editor è fondamentale per la “revisione” del testo, che non significa eliminare i refusi, ma armonizzare l’intera opera spostando se necessario intere parti, suggerendo integrazioni per completarlo e rendendolo fruibile da un lettore. L’autore spesso non si rende conto che, avendo già in testa tutta la storia, può rendere difficile la lettura a chi quella storia non la conosce, dando per scontato collegamenti e interpretazioni. Per cui, se ci si crede, trovarsi un bravo editor che dia una sistemata al tutto, costi quel che costi… è necessario, al netto della presunzione che ognuno di noi ha riguardo alla propria capacità di saper fare tutto da solo.

Elisa: Scegli uno scrittore (anche del passato) con cui andare a cena. Puoi fargli tre domande quali sono?

Anna Visciani: A costo di sembrare spocchiosa io vorrei cenare con Dostoevskij. Per la grandiosità delle sue opere e delle sue riflessioni sui temi universali della vita. Così grande da essere uno dei pochissimi che ha affrontato il problema della sofferenza, e quindi del male, e del loro rapporto con Dio. Ebbe il coraggio di contestare il senso della sofferenza inutile degli esseri viventi, quella cioè che, pur essendo senza scopo, è permessa da Dio.

Questa sua tematica l’ho ripresa anch’io nel mio libro, perché toccata particolarmente da queste considerazioni non pietistiche, ma di una lucidità straordinaria e di una modernità che non è ancora stata compresa dopo tanto tempo. Quindi non tre domande ma una conversazione sul senso della vita!

Maria Elisa Aloisi