Elisa: Benvenuto Matteo, raccontaci un po’ di te, come nasce l’amore per i libri e la scrittura?
Matteo Materazzo: Per la lettura non so come nasce, in famiglia è stata un po’ un’imposizione: mio padre mi incitava sempre a leggere, come fosse un dovere farlo, e mio nonno, molto semplicemente, diceva che se non si leggeva non si sapeva neanche parlare. L’amore per la scrittura, invece, nasce sicuramente sui banchi di scuola: il giorno del tema in classe, insieme all’ora di ginnastica, era quello che preferivo perché mi estraniavo completamente dal mondo circostante e dallo stress didattico. Nell’adolescenza mi sono messo a scrivere delle sceneggiature per film immaginari, ma poi ho smesso di botto. La voglia di scrivere mi è tornata solo con la mezza età: in fondo è un hobby facile da coltivare, basta un computer e non viene il fiatone.
Elisa: Qual è stata la tua fonte di ispirazione per Mare della Tranquillità?
Matteo Materazzo: È banale dirlo, ma l’infanzia è il tempo dell’innocenza, ma è anche un tempo di grandi sofferenze. Quello che mi ha ispirato a scrivere un romanzo con protagonisti dei bambini è la loro tenacia nel continuare a sognare e, al contempo, a sopravvivere nel mondo degli adulti, ritagliandosi con dignità e caparbietà un loro inviolabile ‘Mare delle Tranquillità’.
Elisa: Che differenza c’è tra scrivere per adulti e scrivere per bambini?
Matteo Materazzo: Questa è una domanda difficilissima. Certamente i bambini molto piccoli hanno bisogno di una lettura più facilitata, ma quando diventano più grandi, fino all’adolescenza, sono in grado di leggere qualsiasi cosa. Personalmente mi piace la scrittura trasversale, che possono leggere adulti, ragazzi e bambini. Più difficile è la scelta di una storia trasversale: un romanzo che parla di un cinquantenne in crisi esistenziale, ai bambini, giustamente, non gliene importa un bel niente.
Elisa: Un personaggio della letteratura femminile che inviteresti a cena e perché?
Matteo Materazzo: Inviterei sicuramente un personaggio che pochi conoscono e che forse non è neanche un personaggio, perché si fa solo un accenno nel Grande Gatsby, ed è miss Sigourney Howard, che ha ispirato Sigourney Weaver a scegliersi il nome d’arte. Beh, mi piacerebbe dar vita a questa signora, che immagino ovviamente come Sigourney Weaver, e raccontare le sue vicende negli Stati Uniti del XIX secolo _ nel Grande Gatsby si dice che è quasi centenaria e dunque pranzare con lei su una terrazza di Long Island.
Elisa: Siamo curiosi, hai già altri progetti in cantiere?
Matteo Materazzo: I progetti sono sempre tanti, alla fine, però, ce n’è uno che emerge sugli altri. Sicuramente mi dedicherò a una storia per ragazzi ambientata in un medioevo dove non ci saranno draghi, castelli incantati, cavalieri e principesse. Cosa ci sarà è una sorpresa.
Matteo Materazzo è nato nel 1966 a Bologna, città dove vive con la moglie e il figlio. Laureato in Storia Contemporanea, insegna nelle scuole, collabora con riviste e case editrici e tiene corsi all’Università Primo Levi, in particolare di Storia delle missioni spaziali che, da astronauta mancato, sono, insieme al cinema, una vera e propria passione. ConSkylabha vinto il Premio Letterario Il Borgo Italiano 2019 nella sezione racconti. Mare della Tranquillità è il suo romanzo d’esordio.