Di Franco Forte, Guido Anselmi. Mondadori, 2019
«Romo…» suggeriva la nonna mentre mi faceva fare i compiti.
«…lo» finivo la parola.
«Numa Pompi…»
«…lio.»
«Tullo Osti…»
«…lio. Mamma, che ci fai qui?»
«Ho fatto presto e sono tornata. E voi? Vi pare il modo di studiare?»
«Perché?»
«Perché domani in classe non ci sarà tua nonna a imbeccarti!»
Erano gli anni Ottanta e Chi vuole essere milionario non esisteva e nemmeno l’aiuto da casa, perciò restai a studiare i sette re di Roma fino a notte fonda.
Ancora oggi, quando sono stressata, i sette re li ripeto tutti di fila. Velocissimamente. Dal primo all’ultimo. E poi al contrario. Dall’ultimo al primo. E poi a saltare. Come la tabellina del due, come quella notte, seduta al tavolo con mia madre che continuava a ripetere:
«Daccapo!»
La premessa era d’obbligo, per capire il mio approccio, la ragione per cui questa saga, io, proprio non potevo perdermela.
E adesso la storia.
Alba Longa, 772 A.C.
La bella Rea Silvia giace nel tempio di Vesta con il suo amante. Rischia di essere scoperta dal perfido zio Amulio, che la considera una sua proprietà, e da due sacerdoti. Per salvarsi, la donna ferisce la mano del compagno con un coltello, bagna uno straccio con il suo sangue, poi lo fa fuggire. Così, quando lo zio e i sacerdoti irrompono, la trovano nuda e insanguinata. Rea Silvia giura di essere stata posseduta dal dio Marte in persona. Amulio, che è il tiranno di Alba Longa, per nulla convinto del racconto e folle di gelosia, imprigiona la nipote per tutto il periodo della gravidanza. Dopo il parto, la condanna a morte e ordina che i due gemelli da lei partoriti siano gettati nelle acque del Tevere.
Ma gli dei hanno stabilito un destino diverso per i due orfani che vengono salvati dalla Lupa. E chi si cela dietro questo nome? Si tratta davvero di una lupa come ci ha tramandato il mito?
Inizia così la leggenda di Romolo e Remo. Fin da bambini, i due dimostrano personalità contrastanti: Remo è incline all’ira, Romolo invece è riflessivo.
Insieme libereranno Alba Longa dal tiranno Amulio e fonderanno Roma. Soltanto uno di due, però, ne diventerà il re…
Il romanzo ha un ritmo serrato; l’ambientazione, realistica nella ricostruzione storica, è abilmente fusa a un sapiente impegno creativo. Evoca una terra ancora selvaggia, una società brutale guidata dalla violenza e intrisa di superstizione ben lontana, nei suoi albori, dalla sofisticata Urbe di età imperiale. La scelta narrativa consente una totale immersione nella storia e immedesimazione nelle vicissitudini dei personaggi.
La fondazione di Roma, avvolta ancora oggi in un mistero irrisolto e rompicapo per studiosi, consente agli autori di costruire una storia in armonico equilibrio tra mito e realtà.
“Romolo – il primo re” è il primo di sette romanzi storici che affrontano la ricostruzione dei fatti legati alle vicende dei sette re di Roma. Un progetto ambizioso e, fortemente voluto da Franco Forte, noto scrittore ed editor per Mondadori che, per l’occasione, ha dalla sua una squadra di ben quattordici talentuosi autori.
Se vorrete concedervi questo viaggio nel tempo nell’ottavo secolo avanti Cristo, vi basterà aprire il libro e leggere la prima pagina.
Noi ci vediamo qui la prossima settimana con “Numa Pompilio – il secondo re”.
Maria Elisa Aloisi